Fabio Polenghi - il fotoreporter la cui morte in Thailandia negli scontri tra esercito e camicie rosse non è stata ancora confermata ufficialmente, ma a proposito della quale il ministro degli Esteri Franco Frattini ha parlato di alte probabilità - viveva a Milano ma si trovava nel sud est asiatico da circa tre mesi. Ultimamente, secondo alcuni conoscenti, faceva spesso base a Delhi.

Polenghi lavorava dal 2004 come free lance, ed era molto conosciuto tra i suoi colleghi. Aveva lavorato per importanti agenzie e testate, prime fra tutte Grazia Neri (dalla quale si era staccato prima del fallimento), Vanity Fair, Vogue, Marie Claire, Elle e altre, come risulta da un suo curriculum postato su Internet.

In 29 anni di lavoro aveva girato una settantina di diversi paesi. «Realizzo servizi fotografici nei settori del reportage, ritratto, moda e pubblicitario«, dice di se stesso in un blog, definendosi «occasionalmente regista, con varie realizzazioni all'attivo, la più significativa tra le quali un documentario di 52' Linea Cubana che racconta di un padre, campione olimpico di pugilato e di suo figlio, campione nazionale nella stessa disciplina, realizzato a Cuba...». Ha esposto alla Citè des Sciences et de l'Industrie ed alla Expo del libro di Parigi.

 

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