Cominciano a colorarsi d'azzurro, il mare e la vasca di Melbourne. Non solo per le medaglie conquistate (che, ovvio, non guastano…) ma anche per quello che le prestazioni dei nuotatori, nella prima giornata di gara nella piscina australiana, fanno ipotizzare per i giorni a venire. E dopo tante polemiche e incertezze, gli applausi sono anche per il Setterosa della pallanuoto femminile, che con orgoglio e concretezza supera l'Olanda e vola nei quarti di finale proprio contro le padrone di casa.
Staffetta reale – Era dai mondiali di Cali nel 1975 che la staffetta 4X100 stile libero non saliva sul podio (allora fu bronzo). Ebbene, a Melbourne gli azzurri, non solo hanno fatto meglio conquistando l'argento, ma hanno anche stabilito con 3'14"04 il nuovo record europeo (il primato precedente apparteneva alla Russia dello zar Popov). Davanti a Rosolino (alla 51esima medaglia internazionale, preferito in prima frazione allo sprinter Lorenzo Vismara) Calvi, Galenda e Filippo Magnini solo gli Stati Uniti dell'immenso Michael Phelps, che ha così cominciato a inanellare la prima delle tante medaglie che si aspetta di conquistare in terra australiana. A completare il podio la Francia, che a sorpresa ha preceduto il Sudafrica campione olimpico. E dire che all'inizio dell'ultima frazione gli azzurri erano in sesta piazza: a quel punto però Magnini ha messo il turbo e rimontato fino alla piazza d'onore, infliggendo un ritardo di 8 decimi al sudafricano Schoeman, suo avversario diretto sui 100 stile libero che si disputeranno giovedì: capito perché questa medaglia vale doppio?
Un argento tra le onde e il freddo – «C'erano onde alte e acqua fredda: le condizioni ideali per me!». Forse solo il russo Yuri Kudinov (la medaglia d'oro) alla fine era più contento di Marco Formentini di aver nuotato per 25 km nelle ghiacciate e tumultuose acque australiane. Il 37enne ligure con il suo argento (dopo il bronzo nella 5 km del 2001 a Fukouka) ha salvato il bilancio del nuoto di fondo azzurro, finora sempre lontano dal giro delle medaglie. Un minuto e 51 il ritardo dell'italiano dal russo dopo oltre 5 ore e 18 minuti a nuotare nelle difficili acque australi, e una medaglia che chiude un tris d'eccellenza per l'azzurro, già oro agli Europei di Slapy nel 1993
Tania di bronzo – Alla fine è andata come a Montreal due anni fa. Lacrime e rimpianti dalla piattaforma dei 10 metri, applausi e medaglia dal trampolino dei tre metri per Tania Cagnotto. Tanto che alla fine la figlia d'arte dei tuffi nostrani ha quasi dato per certo che in futuro si concentrerà solo sul trampolino, senza disperdere energie dalla piattaforma. Difficile pensare di colmare, nei 499 giorni che ci separano dall'inizio dei Giochi di Pechino2008, il divario con le cinesi che l'hanno preceduta (Guo Jingjing, oro olimpico e campionessa del mondo in carica; Wu Mingxia, campionessa olimpica e mondiale nel sincro). Ma d'altra parte come non sottolineare che all'ultimo tuffo, il distacco di Tania dall'argento era di appena 9 punti, con l'azzurra pronta a eseguire il suo tuffo migliore? Insomma, la sfida alle regine orientali è lanciata, e non è detto che il finale sia scontato…
Le altre buone notizie – Federica Pellegrini pennella un 400 stile libero da favola: chiude quinta nella gara dominata – come da pronostico – dalla francese Laure Manaudou e che trova nelle polacca Jedrejczak un'ancella di tutta eccezione (basti pensare ai due argenti olimpici della polacca ad Atene). Ma Federica è a lungo vicino alle migliori e ritocca per due volte tra semifinale e finale il record italiano, fissato in 4'05"79, sesto posto nella lista mondiale di tutti i tempi. E pensare che la sua gara sono i 200 stile libero, dove deve difendere un argento…
L'altra impresa di giornata arriva dalla pallanuoto femminile. Una splendida girata in puro stile da centroboa della Casanova nell'ultimo periodo regala alle azzurre il 7 a 6 negli ottavi contro l'Olanda (decisivi anche i 3 gol della veterana Miceli). Adesso sotto con la sfida che le "cangure" padrone di casa: loro sono le favorite; le nostre per una volta potranno avvantaggiarsi del fatto di non avere nulla da perdere.
Tra le delusioni, da segnalare l'esclusione di Terrin dalla finale dei 100 rana; e anche Rosolino, che prima della splendida prova da frazionista nella staffetta, aveva fallito nei 400 stile libero.
Le imprese degli altri – Due su tutte: nella 4x100 femminile il duello tra Australia e Stati Uniti premia sul filo di lana le regine "aussie". Tutto merito del finale folgorante dell'olimpionica Jodie Henry. Ma in prima frazione la Lenton ha sfiorato il record mondiale dei 100 stile libero in 53"42.
Gioia sulle tribune di Melbourne, e applausi che hanno cancellato la delusione vissuta nei 400 stile libero maschili. Era dal 1991 che il titolo non sfuggiva ai gialloverdi australiani con Perkins, Thorpe (3 titoli) e Hackett. Ebbene, proprio in casa il titolo è sfuggito ai canguri. Il miracolo lo mette a segno il coreano di 17 anni Park Tae Hwan, che conquista così anche la prima medaglia per il suo Paese nella storia del dei Mondiali. E a precedere sua Maestà Hackett , che ci resta di bronzo, anche il tunisino Mellouli, certo non una novità a questi livelli (2 argenti nel 2005), ma insomma, una delle gare più prestigiose della rassegna iridata si chiude con un coreano medaglia d'oro davanti a un nordafricano: segno che qualcosa nella geografia mondiale del nuoto sta cambiando.
