E' durato soltanto 17 minuti lo scudetto della Roma. Più o meno come due stagioni fa, quando era stato Ibrahimovic a spaccare la partita di Parma, con la Roma in vantaggio a Catania. Stavolta è toccato a Milito, che di Ibra ha preso il posto andando oltre: se lo svedese è stato l'uomo degli scudetti, prima alla Juve e poi all'Inter, Milito ha saputo trascinare la squadra anche in Europa fino alla finale di sabato a Madrid.

Un pomeriggio il cui finale era scritto, ma tutt'altro che avaro di emozioni. La Roma ha risolto la pratica-Chievo nel finale di primo tempo, prima sfruttando con Vucinic una grave esitazione della difesa veronese, poi con un gran destro di De Rossi da trenta metri. L'Inter, che aveva sfiorato il gol in almeno sette-otto occasioni, colpendo anche una traversa con una prodezza acrobatica di Balotelli, ha dovuto attendere l'11° della ripresa per aver ragione della strenua resistenza del Siena. Milito, che sino a lì aveva falllito almeno un paio di occasioni nettissime, si è lavorato da par suo un pallone recapitatogli da Zanetti e di esterno destro in corsa l'ha spedito nell'angolo lontano.

Ai festeggiamenti nerazzurri per il quinto scudetto consecutivo (anche se il primo, quello vinto in segreteria per citare Mourinho, è tornato sub judice) fa da contraltare la tristezza giallorossa per aver soltanto sfiorato un'impresa che avrebbe avuto dell'incredibile. Basti pensare che, essendo subentrato alla terza giornata a zero punti, Ranieri ha fatto più punti di Mourinho.

L'altra festa a Genova, dove la Sampdoria ha avuto ragione a gioco lungo del Napoli centrando così la missione impossibile della Champions League. Il gol di testa di Pazzini, il 19° di una grande stagione che dovrebbe far fischiare le orecchie alla Fiorentina, ha reso vana la vittoria del Palermo a Bergamo nel finale. Strepitosa l'impresa di Delneri, per il quale il difficile arriva adesso: rimettere in piedi la povera Juventus strapazzata anche a San Siro da un Milan in disarmo non sarà certamente facile.
Belli i congedi di Bari e Parma, magnifico quello riservato dai tifosi rossoneri a Leonardo. Almeno nel calcio non è sempre la voce del padrone ad avere l'ultima parola.

 

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