Un "abbecedario" colorato per rendere la didattica sempre più tecnologica. Piace più delle tradizionali lavagne e gessetti, semplifica il lavoro in classe e, soprattutto, apre le porte dei più piccoli, sotto il controllo degli insegnanti, al nuovo mondo digitale. Si tratta di uno speciale computer portatile, il noto netbook lo "JumPC", realizzato da Olidata, in collaborazione con Intel e la Fondazione Mondo Digitale, per bambini dai 6 ai 12 anni, e distribuito, a inizio anno scolastico, in via sperimentale, in 5 istituti primari di Lazio, Piemonte e Sicilia, coinvolgendo, complessivamente, circa 150 studenti e oltre 15 professori. Nato dallo sviluppo (e dall'adattamento per le scuole) del programma Classmate di Intel, pensato, inizialmente, per promuovere l'alfabetizzazione informatica nei Paesi in via di sviluppo (al fine di ridurre il cosiddetto "digital divide"), JumPC, sottolinea il presidente di Olidata Antonio Masenza, "è un portatile leggero, anticaduta, con tastiera resistente ai liquidi e accompagnato da un design amichevole". Insomma, un prodotto decisamente indicato per i più piccoli. Ma, anche, per tutte le famiglie (e non solo il 38% rilevato dagli ultimi dati Istat), evidenzia il noto linguista e presidente della Fondazione Mondo Digitale, Tullio De Mauro, che, "grazie alle nuove competenze acquisite in classe dai bambini, possono fare i "compiti a casa" e scoprire e iniziare a praticare l'innovazione".
Le particolari caratteristiche tecnologiche e, soprattutto, le specifiche applicazioni installate sul JumPC consentono un vero e proprio dialogo tra studenti e professori, molto utile, per esempio, allo scambio di contenuti multimediali e alla realizzazione di esercitazioni e verifiche. E le scuole sperimentatrice del progetto si sono ingegnate a declinarlo nelle realtà didattiche più varie, così da poter trarre valutazioni complete circa la versatilità e le potenzialità educative dello strumento. In particolare, gli istituti del Piemonte e di Palermo lo hanno applicato all'apprendimento della lingua italiana, della geografia, della matematica e delle scienze. A Roma, invece, si è preferito puntare sull'insegnamento della lingua inglese, sperimentandolo in varie attività (cd-rom interattivi, giochi didattici e test di verifica). E i buoni risultati non sono tardati ad arrivare. Tra le capacità che gli allievi hanno maggiormente sviluppato grazie al nuovo abbecedario tecnologico, è emerso, in particolare, la padronanza di Internet, Word e Power Point, la velocità di scrittura, l'utilizzo dei Cd-Rom e l'invio di messaggi, oltre alla familiarizzazione con i giochi didattici, la padronanza della lingua inglese e la velocità nei calcoli e nelle operazioni.
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