La notizia, sottoforma di dichiarazione apparsa sul blog personale di Asa Dotzler (http://weblogs.mozillazine.org/ asa/archives/2009/12/ if_you_have_nothing.html), veterano nonché Director of Community Development di Mozilla (la società cui fa capo il browser open source Firefox) è di quelle che fanno molto rumore. Leggere, testualmente, che Bing (http://www.bing.com), il motore di ricerca di Microsoft, ha una politica migliore di Google per quanto riguarda la privacy, non è infatti cosa da tutti giorni. Soprattutto se a pronunciare la frase in questione - "Bing does have a better privacy policy than Google" – è un esponente di spicco di una realtà che del gigante di Redmond è fiera concorrente e che, al contempo, è anche uno storico alleato in affari della casa di Moutain View. Perché questa "scomoda" uscita pubblica da parte di Dotzler? Di fatto quella del guru di Mozilla è una risposta alla discussa presa di posizione sulla privacy del Ceo di Google Eric Schmidt, espressa in un'intervista al network americano Cnbc e finita, con grande seguito di utenti, anche su YouTube (http://gawker.com/5419271/google-ceo-secrets-are-for-filthy-people). L'idea che i dati personali degli internauti (indirizzi IP, siti visitati e non solo) possano essere di dominio pubblico e non invece propriamente mantenuti riservati sembra essere parecchio indigesta a una figura importante del movimento open source, che senza mandarla troppo a dire ha invitato gli utenti ad abbandonare Google a favore di Bing installando un apposito "add on" su Firefox.
Il punto sui cui gli analisti stanno dibattendo è quindi semplice: la dichiarazione è frutto di una crociata personale di Dotzler, che già l'anno scorso criticò apertamente il modello di business di Google centrato sull'uso delle informazioni degli utenti a fini pubblicitari, o rispecchia la strategia della Mozilla Foundation? Tutto lascia pensare che l'ipotesi più realistica sia la prima, se non altro perché la partnership in essere con la società californiana incide moltissimo (si parla del 90%) sui ricavi della Fondazione. È però anche vero che il sodalizio fra le due compagnie terminerà a fine 2011 e le voci su un possibile divorzio non sono poi così campate per aria, soprattutto dopo l'avvento del browser Chrome e la disponibilità recente delle sue estensioni. Il problema, per Mozilla, è tutto nel trovare una reale alternativa ai milioni di dollari (tanti) che Google versa puntualmente nelle sue casse per includere il suo motore di ricerca in Firefox. Trovare nuove fonti di guadagno è per la Fondazione vitale per la sua futura sopravvivenza e questo non è certo un mistero. E se l'affondo di Dotzler, in tal senso, fosse un messaggio non troppo velato di alert al mercato, finalizzato (perché no?) a generare simpatie presso la grande nemica di quella Google che non nasconde le sue (lecite) intenzioni di fare il botto anche nei software di navigazione per il Web e nei sistemi operativi per pc e cellulari? Al momento Firefox cattura circa un quarto del mercato degli utenti Internet, Chrome è al 5%. Bing, per contro, è in continua ascesa nel campo dei motori di ricerca e la sfida della società Redmond è apertamente quella di rosicchiare quote di mercato all'attuale regina del Web search. Che ruolo potrà giocherà Mozilla in questa sfida?

 

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