L'accordo con Dish Network, il secondo operatore televisivo satellitare americano, è stato solo l'antipasto. Portare i contenuti video scaricati da Internet sul televisore di casa, tramite un set-top box con a bordo il proprio sistema operativo, è per Google un obiettivo importante, se non strategico. Perché significherebbe replicare il mestiere che a Mountain View sanno fare meglio, le ricerche online, dentro il modello sempre più votato alla convergenza digitale che sta cambiando il modo di "offrire" la televisione.

Programmi on demand, Web Tv, canali free to air, video pubblicati su YouTube, contenuti archiviati nell'hard disk del computer (o della stessa Tv) o generati dagli utenti: tutto a portata di telecomando, e di motore di ricerca. Per creare palinsesti che più personalizzati non si può. In questo scenario la Google Tv è ben più di un'ipotesi o una boutade mediatica e il nuovo accordo di cui riferisce il New York Times lo conferma: la società californiana avrebbe infatti coinvolto tre aziende hi-tech del calibro di Intel, Sony e Logitech e stando a quanto riporta il quotidiano della Grande Mela (ma ne parla anche il Wall Street Journal) il progetto sarebbe in fase avanzata.

Progetto che, stando alle indiscrezioni, consterebbe in una linea di televisori ad hoc, prodotti da Sony, affiancati da decoder basati su tecnologia Intel (i processori Atom, gli stessi che spopolano sui netbook) e piattaforma Android e dotati di periferiche (tastiera e telecomando) Logitech. Il tutto per dare vita a sistemi di intrattenimento in grado di connettersi in modo semplice e veloce al Web. Una televisione "Internet ready" vera e propria, insomma, con la quale interagire come fosse un comune computer: si naviga, dal browser Chrome Os di Google naturalmente, fra i social network, si scaricano contenuti in formato digitale, si utilizzano gratuitamente gli stessi servizi (mail, mappe e altro) che si fruiscono da pc e smartphone, si cercano informazioni, foto e altro ancora.

E, naturalmente, si visualizzano messaggi pubblicitari nei più disparati formati multimediali. Perché, in fondo in fondo, è la possibilità di monetizzare e parecchio con l'advertising la molla che sta spingendo Google, che potrebbe secondo il Nyt aprire la piattaforma TV agli sviluppatori di Android, a buttarsi in questa avventura. Da Mountain View fanno sapere che rumor o speculazioni non si commentano. Ma la nuova sfida della grande G è virtualmente già iniziata.

 

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