Oltre 19 milioni di italiani trascorrono in media più di 6 ore ogni mese sui social network, mentre circa 14 milioni consultano news online. Ma, soprattutto, il 92% degli utenti internet italiani - che a febbraio, secondo i dati Audiweb, sono stati 22,9 milioni: +13% rispetto a un anno fa - dichiara di consultare siti di informazione e di leggere news via web con regolarità, ovvero almeno una volta alla settimana. Sono i dati più significativi emersi dai lavori dello Iab Seminar 2010, dedicato al tema "Social media ed editoria online: relazione virtuosa o pericolosa?", che si é svolto presso la sede milanese del Sole 24 Ore.

Durante il convegno è emersa la nuova sfida che gli editori di tutto il mondo dovranno affrontare: sviluppare modelli di business capaci di sfruttare le potenziali dei nuovi mercati, nati intorno alla disponibilità di canali innovativi per la diffusione delle notizie, nonché di nuovi supporti per la fruizione di news in mobilità: dagli smartphone all'Apple iPad. Se, infatti, da una parte il tempo medio speso per persona online sui social network continua a crescere (+52% solo nell'ultimo anno), dall'altra sul fronte delle news é cresciuta la rilevanza di internet come fonte d'informazione. A gennaio 2010, infatti, la percentuale di italiani che si informa online è aumentata di circa il 25% rispetto all'anno precedente, con un tempo medio di permanenza sui siti di news di circa 45 minuti.

«L'individualismo dominante, al contrario delle previsioni più nefaste, sta generando nuove ed
impreviste forme di socialità e di aggregazione, diverse da quelle tradizionali ma
estremamente gratificanti, cementate da emozioni, sentimenti, passioni. Sono le nuove
comunità, le tribù, i social network che trovano in un "love mark" un fattore
aggregante intorno a cui ritrovarsi. E' un fenomeno che nasce dalla fusione della dimensione
individuale con quella collettiva, che potremmo definire "indisocialismo" - ha detto Layla
Pavone, presidente di Iab Italia e managing director di Isobar communications - Questo meccanismo "emozionale" vale anche per l'universo dell'informazione e rappresenta
una grande opportunità per tutti gli editori che sapranno creare valore aggiunto per i propri
lettori - valore del messaggio, dell'esperienza, della fonte – che, a lungo termine, creerà
fidelizzazione e partecipazione.

 

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