Le nostre nonne dicevano che non puoi avere la botte piena e la moglie ubriaca. La massima non sembra potersi applicare all'iPad. L'apparecchio lanciato da Apple la vigilia di Pasqua ha un processore allo stesso tempo veloce e risparmioso. Corre via che è un piacere, consuma pochissimo e per di più non scalda neanche. E quindi non c'è neanche bisogno di rumorose ventole per raffreddarlo.
Il traguardo raggiunto dagli ingegneri di Cupertino, sotto gli auspici di Steve Jobs, colpisce a prima vista chi adopera iPad per più di qualche ora. Anche perché la velocità che si sposa al risparmio è a sua volta accompagnata da un'altra qualità. Una superficie tutto-schermo di luminosità e brillantezza ragguardevoli. Il vero neo: è fin troppo sensibile alle ditate. Ma d'altro canto questo è il limite degli apparecchi "touch", per quanto dotati di vetro trattato per essere refrattario all'unto della pelle.
Velocità, luminosità e durata sono così i tre fuochi che condizionano l'esperienza d'uso di iPad. L'apparecchio, che non è un computer vero e proprio ma una estensione del pc di casa per consumare meno e giocare, si rivela particolarmente ostico a chi smanetta per passione o professione. Troppo facile e troppo poco "hackerabile", sostengono molti sui forum in rete. A sorpresa, però, attira l'attenzione non solo di chi vuole guardare le foto dei nipoti o giocare a Scarabeo, ma anche di alcune nicchie professionali.
Sono quelli che vedono nell'iPad il potenziale computer definitivo: potente ma facile, privo di fronzoli inutili e fuorvianti dei pc. Ad esempio, c'è chi dice che l'iPad sarebbe perfetto per i venditori che devono mostrare campionario e prendere ordini; ideale per i medici che vogliono vedere le cartelle dei pazienti; efficace per gli ingegneri e gli operai specializzati che in fabbrica devono sempre avere sottomano infiniti manuali di montaggio e sicurezza. Addirittura, c'è chi già si immagina gli usi possibili nei siti di scavo archeologico, dove la maggior parte del tempo si passa a misurare, schedare ed archiviare reperti.
L'interfaccia di iPad crea un problema: è difficile descriverne l'efficacia senza apparire dei fan sfegatati di Apple. Eppure, in un mondo di computer-lumaca, iPad è davvero una scheggia d'argento vivo, uno schizzo di mercurio. In compenso la tastiera in modalità verticale è goffa e in orizzontale è abbastanza scomoda. E le funzionalità dei software di base offerti da Apple sono eleganti ma tutt'altro che complete: le foto non possono essere schiarite o ritoccate, non si possono creare email a cui allegare immagini (ma bisogna partire dall'esportazione dell'immagine per creare il messaggio). In rete, poi, è successo un fenomeno curioso. Dopo il lancio, che secondo i dati forniti da Apple è andato più che bene (300mila apparecchi venduti il primo giorno negli Usa, più di un milione di applicazioni scaricate, 250mila ebooks acquistati), si è cominciato a capire che Apple ha lanciato il suo primo prodotto per le famiglie.
Le immagini del fine settimana pasquale non sono le consuete istantanee digitali dei fan sfegatati che si raccolgono attorno allo spacchettamento del loro nuovo giocattolo tecnologico. Certo, ci sono state anche quelle. Ma su YouTube e Flickr imperversano visioni di nonne e di bambini di 3 o 4 anni che giocano con l'iPad. Il nuovo apparecchio, basato sulla stessa interfaccia di iPhone e iPod touch (a suo tempo prodotti realmente rivoluzionari), non solo sembra già familiare a chi lo vede per la prima volta, pur nello stupore delle dimensioni e della rapidità dell'interfaccia. Ma sembra anche meno adatto ai geeks e più per le famiglie. Un mercato quest'ultimo che, a pensarci bene, è molto più grande.

Antonio Dini
 

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