LONDRA - «Non siamo per forza in competizione con Google, non lo dica più per cortesia. Siamo due società diverse, anche se una parte dei nostri business coincide, in particolare quella relativa ai motori di ricerca».
È una donna grintosa Carol Bartz, classe 1948, la super manager che dal gennaio del 2009 ha sostituito alla guida di Yahoo! il co-fondatore Jerry Yang. A quindici mesi dall'inizio del suo mandato ce la mette tutta per far passare il messaggio che «la rete non è solo Mountain View, che nella Silicon Valley c'è posto per tutti e infatti noi non siamo fuori dai giochi. Se ci pensa, anche Apple è rimasta ferma per otto anni».
L'azienda è in cerca di una nuova identità, dopo un 2008 contrassegnato dalle ferite della mancata acquisizione da parte di Microsoft, una questione di prezzo ovviamente. Oggi, però, proprio con Microsoft c'è un sodalizio «di ferro» sul segmento della search: loro forniscono «algoritmi sempre più sofisticati e noi commercializziamo il prodotto a grandi clienti». E i primi risultati si sono visti con l'ultima trimestrale nella quale il gruppo ha triplicato i profitti incassando 310 milioni di dollari.

Perché siete così diversi da Google?
Loro realizzano il 99% dei ricavi con un unico prodotto: l'advertising pubblicitario legato alla ricerca. Noi invece produciamo la metà dei ricavi dalla ricerca e l'altra metà dal display advertising (semplificando, i nuovi formati di banner, ndr), settore nel quale siamo i leader di mercato. Questa è una delle cose importanti che offriamo in più rispetto a Google.

Altre differenze?
Siamo una media company e insieme un operatore tecnologico. La partnership con Microsoft è molto produttiva. Loro ci forniscono i migliori algoritmi di ricerca possibili, gli stessi che utilizzano per Bing, e noi vendiamo il prodotto ai grandi clienti pubblicitari. E non c'è nessuna cannibalizzazione con Bing: abbiamo stili e "vestiti" diversi. A differenza di Google siamo un grande portale personalizzabile ma anche il più grande fornitore di email del mondo visto che dai nostri indirizzi vengono spediti ogni mese 100 miliardi di email.

Come gestite un tema delicato come quello della privacy?
Questo è un discorso molto serio, che teniamo nella più alta considerazione, tanto che riteniamo di avere gli standard più elevati proprio in tema di riservatezza dei dati personali. Per esempio non tratteniamo per molto tempo le informazioni dei clienti e quando le usiamo non c'è nessun riferimento all'identità delle persone.

Parliamo di contenuti.
I nostri canali di sport, finanza e intrattenimento sono i primi al mondo e i più frequentati. Uno degli accordi più interessanti che abbiamo siglato proprio in queste ore riguarda i diritti per le anteprime della Premier league inglese da qui al 2013. La stessa cosa l'abbiamo già fatta negli Stati Uniti con il basket, il golf o l'hockey, solo per fare qualche esempio. Siamo drammaticamente alla ricerca di contenuti premium di valore anche se nel futuro la pubblicità sarà interessante tanto quanto i contenuti.

Nel futuro c'è la possibilità che Yahoo! inizi a fare l'editore?
Guardi che Yahoo! è un editore.

Scusi?
Certo, negli Stati Uniti, non in Europa, siamo editori di noi stessi, produciamo video, per esempio di sport, lifestyle, entertainment.

Intendevo se vi lancerete nel business dei quotidiani online.
No, non è quello che vogliamo fare. Abbiamo una concezione diversa, diciamo che ci sarà un 80% di contenuti condivisi in tutte le aree geografiche e un 20% di produzione di contenuti locali. Mettiamo insieme contenuti diversi di diverse persone, ma anche contenuti nostri.

Parliamo di telefonia mobile. Google ha la sua piattaforma software, così come Apple, Samsung, Windows o Nokia. Ci sarà anche un sistema operativo per cellulari targato Yahoo!?
Siamo più interessati al mondo delle applicazioni sui cellulari piuttosto che a un sistema operativo vero e proprio. Per quello ci appoggiamo a operatori come Samsung ma anche su Android, con i quale abbiamo appena siglato un'intesa per la distribuzione di servizi come la mail, messenger, Flickr e le nostre news. Francamente sono le applicazioni che danno un valore aggiunto da un punto di vista economico.

Ma avere un sistema operativo non vi permetterebbe di conquistare più clienti?
Sa che cosa sta ricavando Google da Android? Zero.

Ha provato l'iPad?
È molto interessante ma non rimpiazzerà mai il mio portatile.

Ci dica la verità: ma alla fine Microsoft vi acquisterà?
Di recente ho solo detto che chiunque può fare un'offerta su una società quotata, ma se mi chiede se siamo in vendita la risposta è no.

 

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