La nuvola contro cui deve lottare
Jakob per il suo posto al sole nel pianeta del country rock è di quelle grosse. Perché il fatto che questo ragazzone 40 enne faccia Dylan di cognome non è un semplice caso di omonimia. Lui è proprio il figliolo del vecchio Bob e della sua prima moglie Shirley Marlin Noznisky. Congelati i “suoi”
Wallflowers, che l’anno scorso hanno pubblicato la raccolta «Collected: 1996-2005», Jakob ritorna in veste solista a due anni da «Seeing things», primo album firmato a suo nome e (soprattutto) cognome. Il nuovo disco si intitola «Women + Country» e presenta undici pezzi folk raffinati eppur sanguigni in cui Jakob veleggia ai confini tra
Springsteen e papà.
Nulla che brilli per originalità. «Mi sono sempre visto come un tradizionalista», ha spiegato Jakob, che pure ha più l’aspetto del fighetto newyorkese che del loser vagabondo. Però l’insieme

tiene e suggestiona, con una tavolozza sonora infarcita di tonalità scure. Merito anche del produttore come
T-Bone Burnett, fresco di premio Oscar per la colonna sonora di quel «
Crazy heart» che ha portato la statuetta di miglior attore protagonista nella mani del “drugo” Jeff Bridges. Per non parlare delle splendide backing voices di
Neko Case e Kelly Hogan, che donano profondità al sound. Bella la ballata iniziale «Nothing but the whole wide world», mentre «Yonder come the blues» pare scritta da un Eddie Vedder di ritorno nelle terre selvagge. Da segnalare il blues di «Lend a hand» e il piglio cowboy di «Everybody’s hurting» e «They’ve trapped us boys».
Sorvolando sulla noia di pezzi come «We don’t live here anymore» e «Truth for a truth» o sulla

banalità di una «Holy rollers for love». Attualmente in tour negli Stati uniti, ancora non è al momento prevista un’eventuale incursione europea (e italiana) di Jakob. Ma l’anno è ancora di là da finire. Mentre lo aspettiamo, possiamo consolarci con
papà Bob, che tornerà ne

l nostro Paese il 15 e 18 giugno rispettivamente Anfiteatro Camerini di Padova e al Parco Ducale di Parma. Giusto in tempo per festeggiare il 30ennale dall’uscita di quello che è forse il suo disco più brutto. Quel «Self portrait» che spiazzò pubblico e critica. «Cos’è questa merda?», si chiese il critico Greil Marcus in una colorita recensione per il mensile «Rolling stone». Ma tant’è. Dopotutto, non tutti gli anniversari sono da ricordare.
«Women + Country»
Jakob Dylan
Sony Music
Info:
www.jakobdylan.com
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