Cannes - Imperdibile. La impetrante immagine dei tre agnellini pronti ad essere sacrificati sull'altare delle nostre tavole gli hanno valso l'Iris d'oro. Il servizio fotografico di Tommaso Ausili si è aggiudicato indiscutibilmente il prestigioso World Photography Awards Photographer of the Year con il reportage dedicato alla macellazione degli animali dal titolo La morte nascosta.

Realizzato come ci ha detto "in Umbria lo scorso anno" gli aveva già fruttato il terzo posto al World press Photo. Si tratta di un reportage crudo in grado di svelare la morte degli animali senza per altro ridursi al semplice sentimento di disgusto. "Ho cercato di mostrare queste morti senza concentrarmi sull'orrore tout court. Il mio intento è stato di porre l'accento "sulla differenza che passa tra un animale vivo e una bistecca, perché dietro ogni cotoletta si nasconde un'uccisione anche se noi facciamo finta di non saperlo" . Fermo restando che quello dei macellai "è un lavoro onesto come tanti altri " dice Ausili, che esordisce con il dichiarare fin da principio di "non essere vegetariano". E ancora "la prima raccomandazione quando si entra a contatto con il mondo dell'industria delle carni è che gli aniamli non hanno sentimenti come gli uomini. Così almeno mi era stato detto. Cosa che poi ho dovuto però riconsiderare". Eppure nel vedere queste immagini, molte delle quali non facilmente "digeribili" per il pubblico per la loro crudezza, ad emergere è proprio il sentimento di compassione per queste vittime a pieno titolo "sacrificali". Quelli che riemergono con pregnanza sono sentimenti atavici e insieme sconvolgenti. Quel senso del sublime che i greci identificavano davanti a immagini forti lo si ritrova tutto nella bellissima e impubblicabile foto del macellaio che stringe tra le braccia il trofeo del capo di un bue, orrendo minotauro decapitato con d'intorno zampilli di sangue ovunque. Una composizione calibrata fin nel minimo, di geometrica sinfonia. Stesso discorso per le pecore che si ergono a demoni della nostra coscienza ascendendo dalle loro infinitesimali bassezze a vertici, anche semantici, per i nostri tempi inusitati.

Ancora un altro italiano fra i vincitori della sezione Arts & enterteinment. Paolo Pellegrin si è aggiudicato il premio per il suo reportage "Stars" con le densissima foto di Kate Winslet che si prepara per la notte degli Oscar. Tra gli altri premiati si segnala l'iraniano Mohammad Golchin per la sezione Musica: il suo scatto "Sympathy" ad una festa musicale nel fango è stato giustamente premiato nonostante la concorrenza strettissima con le foto del russo Vladimir Vyatkyn dedicate ai direttori d'orchestra. Il tedesco Philipp Lohofener si è aggiudicato la sezione Architecture. Le sue foto dagli interni di una prigione della Stasi seppur ben rappresentative delle architetture della dittatura avrebbero forse meritato altre sezioni, non foss'altro per il potere simbolico che mal s'attaglia ad una sezione di pura architettura. Pulite, senza eccessi e neppure vertici le foto dell'inglese David Handley, "Farm kids" che hanno vinto la sezione Fashion.

Se Scott Barbour non convince pienamente nella sezione Sport ad averci emozionato è stata il premio alla carriera alla 98enne Eve Arnold. I suoi ritratti di Marilyn Monroe hanno fatto la storia. La curatrice ha accostato la foto della diva con in mano l'Ulisse di James Joyce alla celebre foto ddell'attrice distesa su un letto al rientro da un viaggio: mollemente adagiata nessuno come lei avrebbe saputo rendere al meglio Molly Bloom.
Quanto al premio alla sua terza edizione il crescendo è netto e si vede. Una premiazione quella del 2010 che ha visto in concorso il meglio dei reportage in giro per il mondo. Solo la scelta di far vedere le foto in video ha lasciato un po' perplessi i puristi.

Per il resto l'organizzazione del premio a Cannes è stata ineccepibile. A Sony il merito di una selezione che ha coniugato momenti di altissima liricità a spazi di profonda riflessione. L'immagine nella sezione Unicef: A photo Pledge for Children's Rights di una bambina "prostituita" ha fatto da profondo contraltare alla nostra cattiva coscienza di privilegiati. Assolta la funzione estetica e dato ampio spazio con i premi agli amatori e ai giovani talenti, il premio si è assunto anche l'onere/onore di farci riflettere sulle profonde ingiustizie che attraversano il mondo dell'infanzia. Cosa questa che in tempi di crisi merita un ulteriore plauso.

Le più belle foto premiate
Sony world photography awards 2010
Sito ufficiale Sony
Sito Unicef
Tommaso Ausili

 

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