Telecom Italia è uscita, patteggiando, dal procedimento sui dossieraggi illegali curati da Giuliano Tavaroli & C. Ma frequenta ancora le aule del Tribunale in quanto parte civile costituita nel processo penale. Proprio dalla memoria depositata presso il Gup Mariolina Panasiti dagli avvocati del gruppo di tlc, Bruno Cova e Luca Santa Maria, emerge un episodio «paradossale». Ricordate la cimice ritrovata nell'auto dell'allora amministratore delegato Enrico Bondi? Ebbene anche Bondi, ceo per un anno all'esordio di Olimpia, è stato spiato, insieme con il segretario generale Vittorio Nola e il capo della security di allora Piero Gallina, che proprio per la supposta microspia hanno perso il posto. Ma il bello è che a compensare l'investigatore privato Emanuele Cipriani per il dossier commissionato da Tavaroli (ai tempi ancora a capo della security Pirelli) è stata la stessa Telecom: una robusta parcella da 300mila euro pagata dalla società per sapere cosa faceva il proprio amministratore delegato. (A.Ol.)

 

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