Le brave maestre, a scuola, insegnano a definire le cose per ciò che sono, e non per ciò che non sono. A volte, però, anche le negazioni sono utili. Ad esempio, quando si tratta di individuare l'edificio tipo che ha beneficiato della detrazione del 55% sul risparmio energetico. Edificio che, secondo i dati dell'Enea, non è un capannone, né un condominio, né un immobile costruito prima degli anni 60. Piuttosto, la casa del signor Rossi – immaginario contribuente medio – è una villetta in Brianza, 160 metri quadrati, costruita 40 anni fa, con le finestre ad alta efficienza appena installate.

A otto mesi dalla scadenza della detrazione, mentre sta per scattare il pressing delle imprese e dei contribuenti che chiedono la proroga, ragionare sui primi tre anni di 55% può essere il modo giusto per capire cosa succederà. Di fatto, prendendo a riferimento gli importi medi del 2008, si può stimare che il bonus verde in tre anni sia costato allo stato più di 4 miliardi in termini di detrazioni (spalmate su più periodi d'imposta), per il 60% distribuiti in quattro regioni del Nord: Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Ma bisogna considerare anche i benefici: minori emissioni inquinanti, riqualificazione del patrimonio edilizio, emersione del lavoro nero e maggiori introiti di Irpef, Ires, Iva e contributi Inps e Inail. Senza contare, ricordano le imprese, la difesa dell'occupazione in un periodo di crisi e la crescita qualitativa degli standard produttivi. Basterà, per ottenere la proroga?

 

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