Huang è titolare di un piccolo negozio a Prato, Larissa badante in una frazione alle porte di Biella. In comune hanno un permesso di soggiorno regolare e una famiglia che aspetta un bonifico. Il commerciante cinese, spavaldo, va in banca tutti i mesi e spedisce ogni volta più di mille euro; Larissa riesce ad andarci due tre volte l'anno e manda in Ucraina importi davvero esigui.

Grazie a Huang e ai suoi connazionali, Prato guida la graduatoria delle rimesse degli immigrati: da qui l'anno scorso ogni straniero (regolare residente) ha mandato a casa ben 16.760 euro, mentre Biella è proprio in fondo alla graduatoria con meno di 429 euro pro-capite. Il “bastimento” più carico di risparmi è quello che parte alla volta della Cina, dove è destinato quasi un terzo delle rimesse spedite dall'Italia, poco meno di 2 miliardi. Al secondo e terzo posto quelli per la Romania e le Filippine, rispettivamente 823 e 800 milioni, poi con somme molte più basse arrivano gli invii destinati a Marocco, Senegal, Bangladesh e Perù.

Gli immigrati che lavorano in Italia hanno costruito in dieci anni un grattacielo di risparmi. Mattonella dopo mattonella, quella che era una palazzina a tre piani è diventata un colosso di oltre trenta piani: le rimesse che valevano meno di 600 milioni di euro nel 2000 sono diventate una "multinazionale" che supera 6,7 miliardi. Una cifra che eguaglia il fatturato del settore biotech, cioè è pari al valore della produzione di quella fetta di giovani aziende italiane innovative che danno lavoro a 50mila persone.

Tutto in dieci anni. Sembra così lontano, eppure solo a cavallo del 1997-1998 è avvenuto il "sorpasso" e per la prima volta i soldi mandati dagli immigrati alle famiglie lontane hanno superato quelli in entrata, cioè quelli rimandati a casa dagli emigrati italiani. Non è stata una rivoluzione, ma la lentissima processione prima verso i phone center e poi pian piano verso le poste o le banche, a cui hanno partecipato negli anni tutti gli stranieri che lavorano, risparmiano e spediscono soldi a casa. Che cosa c'è dietro questo fiume di denaro, oltre alla necessità di aiutare i parenti rimasti in patria? A spiare in queste cifre ci ha pensato la veneta Fondazione Leone Moressa, che ha suddiviso i dati ufficiali rilevati da Bankitalia a livello regionale e provinciale.

Quanto vale un "mattone" del grattacielo? Ben 1.735 euro (la media 2009) è la cifra che ogni immigrato (solo regolari residenti) manda a casa. Un po' meno di quanto riusciva a inviare prima della crisi: nel 2007 erano poco più di 2mila euro.

 

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