LONDRA – La speranza Tory si chiama Ulster. E' in realtà una speranza appesa ad un filo e disegna un ipotetico governo di minoranza conservatore con l'appoggio esterno – almeno in occasione dei passaggi parlamentari essenziali – dei partiti unionisti dell'Ulster. A tre giorni dalle elezioni generali inglesi si consolida, infatti, la sensazione di una vittoria di David Cameron ma senza il conforto della maggioranza assoluta dei seggi. Potrebbero mancargli un pugno di deputati e questi, secondo una delle ipotesi più gettonate nel week end, Cameron li chiederebbe al partito Democratic unionist party del reverend Ian Paisley e al concorrente Ulster unionist party. Se i numeri non fossero sufficienti come suggeriscono tutti i sondaggi lo scenario di un parlamento impiccato, e impiccato male, ovvero con numeri largamente incompatibili, sarebbe una realtà. Per la prima volta dal 1974. I Tory ribattono con ostentata sicurezza: i sondaggi effettuati segretamente dal partito darebbero loro un margine molto prossimo alla maggioranza assoluta dei seggi e anche per questo David Cameron ha passato il week end illustrando il suo programma da premier. Mossa che non è piaciuta: i commentatori hanno ricordato al leader Tory che non è corretto dare per scontato l'esito del voto, muoversi come se gli elettori avessero già scelto. In effetti non hanno scelto. Le percentuali cambiano da istituto a istituto, ma tutti ritengono che una fetta abbondante dell'elettorato non abbia ancora deciso a chi dare la propria preferenza. Lo farà nel prossime ore e, in tanti, anche all'ultimo minuto se è vero, come suggeriscono indagini statistiche, che gli inglesi cambiano opinione anche quando sono all'interno del seggio con la matita in mano per mettere la croce sul partito prescelto.

 

Shopping24