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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2010 alle ore 08:29.
L'ultima modifica è del 01 giugno 2010 alle ore 08:29.
T utti si domandano se le misure restrittive adottate in Europa dai vari paesi (compreso il nostro) convinceranno i mercati e fermeranno la speculazione sui paesi dell'euro. Oppure se saranno necessarie altre misure. Tutto sembra essere fatto per convincere i "mercati". Ma, dopo lo scoppio della crisi finanziaria globale, non avevamo concluso che i "mercati" avevano sempre ragione? Non avevamo dato la colpa della crisi anche a questa convinzione che i mercati fossero sempre in equilibrio e che i prezzi da loro espressi fossero quelli giusti?
Certo, si dirà, i mercati possono anche sbagliare, ma intanto dobbiamo conviverci. E allora cerchiamo di domandarci che cosa vogliono effettivamente i mercati. Siamo certi che puntino alle riforme strutturali? Siamo convinti che, allungando l'età delle pensioni in Europa, i mercati reagiranno positivamente e smetteranno di speculare su di noi? E, qualora dovessero effettivamente smettere di speculare su di noi, dove si rivolgeranno? Chi sarà la prossima vittima che dovrà fare salti mortali per convincere "i mercati"?
Intendiamoci, personalmente credo che occorra fare alcuni interventi strutturali per rilanciare i paesi europei, così come credo che l'allungamento dell'età per il pensionamento sia un'esigenza iscritta nei fatti. Ma non sono convinto che queste siano le cose che vogliono "i mercati". I mercati vogliono, giustamente, guadagnare. C'è in giro un eccesso di liquidità internazionale, prodotto dei molti squilibri che si sono determinati nel corso degli ultimi anni. Squilibri che sono passati, amplificandosi, dal settore privato a quello pubblico, quando si è trattato di evitare che ci fosse un collasso generale.
Questi squilibri indicano che nel mondo c'è un eccesso di capitali che cercano remunerazione sui mercati finanziari. E poiché il prezzo dei capitali, ossia la media dei tassi d'interesse, è estremamente basso, questi capitali cercano remunerazione facendo scommesse su eventuali svalutazioni o rivalutazioni. È un po' come al tavolo della roulette, dove solitamente vince chi ha più soldi da giocare. Si continua a puntare su un numero o una combinazione raddoppiando la posta, fino a che esca. Vince chi ha risorse illimitate da puntare. I cosiddetti mercati sembrano avere risorse illimitate, comunque superiori a quelle degli stati nazionali.