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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2010 alle ore 09:46.
L'ultima modifica è del 01 giugno 2010 alle ore 09:47.
«Buongiorno, sono un lavoratore dipendente. Maturerò i 40 anni di contributi nel dicembre del 2010. Che fine faccio? La nuova finestra "a scorrimento" vale anche per me? Quando percepirò la pensione? Dovrò stare al lavoro più a lungo?». Erano le 8,30 di ieri mattina quando - con mezz'ora d'anticipo sull'orario previsto per l'apertura del forum sulle pensioni - il sito del Sole 24 Ore riceveva il quesito "numero 1" sulle novità previdenziali previste dalla manovra del governo. Alle 18, quando il canale per l'invio è stato chiuso, i quesiti arrivati erano diventati 2.100, con un ritmo di oltre 200 domande all'ora, quasi 3,5 ogni minuto.
In quelle richieste di aiuto ci trovi un pezzo di Italia. Tutti con un problema diverso, tutti con un caso da risolvere, tutti con date, anzianità, contributi, settimane da far valere "ai fini del trattamento previdenziale di cui al decreto....". Eppure tutti con lo stesso semplicissimo dubbio: «Quando andrò in pensione?».
Lo chiede la dipendente pubblica «di 56 anni e 36 di anzianità». Ma anche il commerciante che farà «quota 96 - 60 anni di età e 36 di contributi - a gennaio 2011». E via così, passando tra operai, impiegati, insegnanti, dirigenti, medici, professori universitari. Tutti lì a sfogliare il calendario.
L'immagine della pensione che si allontana - perché questo è l'effetto reale delle misure previste dal governo nel decreto di legge sulla manovra - sembra davvero aver colpito tutti. Le norme del governo non cambiano i requisiti per il pensionamento. Non ci sono modifiche sull'età e neanche sulle quote. Eppure tutti cominciano perfettamente a capire che dovranno restare al lavoro un po' più a lungo, prima di cominciare a incassare la pensione.
«D'accordo, ma quanto in più? Un mese, sei mesi, un anno? Quasi quasi invio un quesito al Sole 24 Ore». Con un clic trovo subito la risposta.