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Lo Stakhanov dei revisori getta la spugna: troppi rischi

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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2010 alle ore 08:15.
L'ultima modifica è del 07 giugno 2010 alle ore 08:15.

Aumentano le società dotate di collegi sindacali e aumentano anche i mandati: alla fine del 2009 circa 77mila società si erano dotate dell'organo di controllo, un migliaio in più rispetto all'anno prima (+1%). Mentre gli incarichi avevano sfiorato i 63mila, 3mila in più (+5%). Probabilmente un numero maggiore di società ha ritenuto di dotarsi di collegio sindacale perché obbligata o pesche semplicemente ha superato i 120mila euro di capitale sociale. Secondo i dati di Cerved Group, alla fine 63mila professionisti si spartiscono 255mila poltrone di sindaco. In media quattro incarichi per ciascuno di loro.


«Nonostante un lieve aumento in termini assoluti – sostiene Guido Romano, dell'ufficio studi di Cerved Group – si riduce la percentuale di società con un organo di controllo: alla fine del 2003, cioè prima della riforma del diritto societario, il 7,4% delle società di capitale era dotato di un organo di controllo. Nel dicembre 2009, la percentuale è calata al 5,8%».
Tirando le somme, fino a tutto il 2009 non si registrava nessuna fuga dai collegi sindacali come invece si paventava in vista della riforma del testo unico della revisione contabile – il decreto legislativo di recepimento della direttiva 2006/43/Ce inserito nel decreto legislativo n. 39 – poi entrato in vigore lo scorso 7 aprile. La riforma prevede che nelle società non quotate i sindaci continuino a svolgere sia il controllo di legalità sull'amministrazione sia la revisione contabile. Pertanto dovranno essere iscritti al nuovo registro dei revisori del ministero dell'Economia e sottoposti agli obblighi di formazione, di qualità delle prestazioni e di indipendenza. Inoltre si introduce la responsabilità patrimoniale e penale del revisore legale e delle società di revisione. Obblighi stringenti e difficilmente eludibili che potrebbero produrre qualche defezione nel corso dell'anno o in fase di rinnovo dei collegi sindacali. Per di più il decreto legge sulla manovra impone ai collegi sindacali e ai revisori di società pubbliche e private che ricevono finanziamenti pubblici un gettone di 30 euro al giorno.


Ma intanto che cos'è successo l'anno scorso? Il 61% dei professionisti si è diviso tra più poltrone. Però «rispetto a 6 anni fa - aggiunge Romano – è cresciuto il numero di professionisti, da 55 a 63 mila, e si è ridotto quello di sindaci che concentra decine di cariche; contemporaneamente è cresciuta la componente femminile che, secondo gli ultimi dati, tocca il 20% del totale». Più in dettaglio, il vertice della piramide è presidiato da 36 stakanovisti dei collegi che cumulano ciascuno almeno 50 cariche in 1.167 imprese, seguiti da 353 che hanno un numero di mandati compresi tra 30 e 49 in 6.726 imprese e così via. Fino alla base della piramide dove oltre 24mila sindaci con un incarico a testa siedono in 5.300 collegi.

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Tags Correlati: Church | Credito Artigiano | Extè | Feltrinelli | Ferrè | Libere professioni | Paolo Lazzati | Roberto Colussi | Roberto Spada | Stakhanov | Wind

 


La graduatoria dei forzati dei collegi sindacali è stata scalata, secondo le registrazione delle Camere di commercio, dal 47enne cuneese Roberto Spada (vedi intervista a lato), con un portafoglio di oltre cento incarichi. Il professionista, con studio a Milano, è titolare di circa 90 mandati come sindaco effettivo o presidente di collegio (Apple, Nomura, Church, Pierrel, B&B, Prada, Xerox, Bc Finanziaria, Permasteelisa), siede come consigliere, amministratore o socio in una ventina di aziende e inoltre, su incarico del ministero dello Sviluppo economico, è stato nominato commissario per dipanare l'intricata matassa del gruppo del fashion It Holding (Ferrè, Malo, Exté), scivolato in amministrazione straordinaria.


A un'incollatura da Spada segue il 56enne milanese Roberto Colussi, con circa 90 incarichi come sindaco effettivo o presidente di collegio (Wind, Blockbuster Italia, Kodak, Nielsen, Zara, Standard & Poor's Italy, Astrazeneca, Carrier, Whirlpool Europe) a cui si aggiungono quattro poltrone di consigliere di amministrazione. Sul podio si conferma anche il cinquantaduenne milanese Paolo Lazzati con un'ottantina di cariche come sindaco effettivo o presidente di collegio (Pirelli e Pirelli Re, Lanificio Cerruti, Feltrinelli, Rinascente, Ivri, Istituto Banche popolari) oltre a otto poltrone come consigliere o amministratore (siede nel Cda del Credito Artigiano).
I dati anagrafici dei tre super sindaci saldamente sul podio da qualche anno testimoniano che con l'esperienza si costruisce una rete di relazioni: difatti l'età media dei 63mila sindaci cresce all'aumentare del numero di poltrone accumulate e circa la metà è ultracinquantenne. Gli under 40 sono solo il 16,2 per cento. La fascia più corposa è quella compresa tra i 40 e i 49 anni, il 37% del totale.



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