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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2010 alle ore 08:30.
L'ultima modifica è del 17 giugno 2010 alle ore 08:31.
Le vuvuzelas signora mia le vuvuzelas! Sono il tormentone dell'estate, animano ogni precoce dialogo in spiaggia, fungono da esercizio di stile per i forzati del corsivo pensoso (Cobas perché non protesti, son costretti a scriverne uno al giorno!). Diciamolo, sono espressione della coralità naturale, in un certo senso tribale, ancora legata al ritmo del tam tam, tra Fanon, Lévy-Strauss e Sédar Senghor! Macché, sono la prova provata che ormai anche la purezza del continente caro a Conrad è finita, l'Africa è chiassosa e rumorosa postmoderna come denunciato da Baudrillard, l'ultima frontiera è caduta.
Le vuvuzelas, le trombette che i tifosi suonano senza soste al Mondiale in Sud Africa, sono eredi di strumenti antichi, ma il «dibbbattito» che i perditempo dei mass media stanno inscenando è davvero penoso. Basta per favore: fiato alle vuvuzelas pur di non sentire più tante cretinate.