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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2010 alle ore 08:37.
L'ultima modifica è del 25 giugno 2010 alle ore 09:22.
N ei giorni scorsi le autorità europee hanno espresso la volontà di rendere pubblici gli stress test effettuati sulle banche europee, seguendo – invero con un certo ritardo – la decisione già presa negli Stati Uniti tempo fa. La decisione di aumentare l'informazione sullo stato dei bilanci delle banche dei paesi industrializzati è buona cosa, ma occorre serenamente chiederci: sono informazioni affidabili?
La domanda sorge spontanea pensando alla causa principale della crisi finanziaria – la mancanza d'informazione – e a ciò che non è stato finora fatto in termini di riforma delle regole, a ormai tre anni dall'inizio delle turbolenze finanziarie. È unanime il consenso che il detonatore della crisi finanziaria è stato il cosiddetto "sistema finanziario-ombra".
Soprattutto – ma non solo – negli Stati Uniti diverse banche hanno potuto sfruttare a loro vantaggio due fenomeni tra loro intrecciati: il disallineamento delle regole contabili; l'assenza di mercati regolamentati su taluni strumenti finanziari molto diffusi.
Il disallineamento delle regole di definizione dei bilanci ha consentito alle banche americane di assumersi rischi sproporzionati e occulti agli occhi delle controparti, del mercato, dei controllori. Il fenomeno è talmente acclarato da non richiedere ulteriori rilievi.
Meno scontato è il fatto che disallineamento e opacità sono perduranti. Allo stesso modo, tutti sanno che lo sviluppo non regolamentato degli strumenti derivati ha amplificato le zone d'ombra nei bilanci bancari sia nella dimensione temporale sia in quella geografica. Anche in questo caso, nessuna riforma delle regole ha visto la luce. La ragione è molto semplice: gli interessi a mantenere il sistema non regolamentato sono molto forti. E quello che sta succedendo negli Stati Uniti è emblematico.
Il mercato globale dei derivati ha continuato a svilupparsi nonostante la crisi: nel 2009 ha raggiunto i 541 trilioni di dollari. Gli scambi vedono come operatori dominanti cinque banche, le quali in particolare evidentemente non possono vedere di buon occhio la definizione di un'architettura di regole che disciplini la loro attività.
La definizione di un mercato regolamentato presuppone la costituzione di una stanza di compensazione centrale, che diviene la controparte per ciascuno degli operatori, con obblighi di trasparenza e di garanzia.