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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2010 alle ore 08:07.
L'Italia spende poco per gli armamenti. Al convegno Pd sulla politica estera, Massimo D'Alema ha detto una cosa che un tempo avremmo definito "di destra", ma che in realtà è saggia, ragionevole e controcorrente rispetto alle posizioni del suo partito (che chiede tagli alla Difesa) e dell'informazione di area («Manovra di guerra», ha esagerato l'Unità). Internet e il sistema di navigazione Gps nascono dalla ricerca e dallo sviluppo finanziato dal complesso militare-industriale, così come decine di soluzioni medico-sanitarie che hanno allungato la nostra vita.
Le scelte di politica estera di D'Alema sono andate maturando con la sua esperienza personale e politica. È passato dalla protesta con-figlio-in-spalla di piazza San Pietro contro la guerra sotto egida Onu anti Saddam (1991) alla partecipazione come premier nella coalizione che mise fine ai conflitti etnici nei Balcani e al regime di Milosevic, raid su Belgrado inclusi. È stato criticato perché troppo «amico degli americani» (Cermis), ma è anche andato a braccetto con Hezbollah. Il D'Alema odierno è lungimirante e capace di dire scomode verità sull'utilità degli investimenti per la Difesa. Amici e avversari farebbero bene ad ascoltarlo.