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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2010 alle ore 08:07.
Era l'ottobre 1932, potrebbe essere il luglio 2010. Sul Times John Maynard Keynes, A.C. Pigou e altri economisti firmano una lettera che benedice una maggiore spesa, quale «dovere patriottico». Qualora le autorità blocchino nuove uscite («per una piscina, una biblioteca o un museo»), finiranno per incappare in un involontario «martirio». Due giorni dopo il Times pubblica la replica di Friedrich von Hayek e dei suoi colleghi della London School of Economics.
«Molti dei problemi - scrivono - sono dovuti all'indebitamento imprudente e alla spesa pubblica». Se il governo vuole sostenere l'economia, «non deve tornare alle spese esagerate, ma abolire le restrizioni allo scambio e al movimento del capitale».
Le due lettere furono scritte al culmine di un periodo terribile per l'Inghilterra. Il mondo oggi è diverso, e tanto diversa è la crisi. Eppure, sul campo di battaglia delle idee, siamo sempre ad Hayek contro Keynes.