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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2010 alle ore 08:10.
L'ultima modifica è del 08 luglio 2010 alle ore 09:06.
In apparenza potrebbe sembrare un'operazione che viene dalle consuetudini del passato. Quelle per cui la Finanziaria viveva di «ferme determinazioni del governo», polemiche con categorie e partiti, interventi dell'esecutivo chiamato a correggere il tiro, concedendo qualcosa in cambio di qualcos'altro in un mercato non nobile.
Questa volta l'apertura alle imprese, che ha portato alla revisione delle disposizioni su riscossione, contenzioso e compensazioni ha un'altra logica. Gli interventi del governo, magari pensando agli evasori, punivano onesti che provano a creare lavoro in giorni in cui il lavoro manca. I cinici - a sinistra e a destra - diranno «Beh Il Sole 24 Ore è di Confindustria»: vero, ma i maggiori esperti legali prevedevano già il no della Corte costituzionale. Da qui la marcia indietro del governo, mossa dal buon senso stavolta. Non si tratta quindi di una "concessione" – anche se una scelta di questo tipo avrebbe potuto trovare ragioni per favorire la ripresa – ma una revisione di decisioni affrettate e inopportune che avrebbero prodotto effetti negativi su tutti i cittadini. Soprattutto se discoccupati.