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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2010 alle ore 09:56.
L'ultima modifica è del 10 luglio 2010 alle ore 08:04.
In occasione della festività di San Pietro e Paolo, Benedetto XVI ha annunciato l'istituzione del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione presieduto dall'arcivescovo Rino Fisichella. Le reazioni dei mezzi di comunicazione e del web sono state immediate e ampie. Sono stati discussi l'unicità dell'evento, le sue lontane radici - che risalgono all'incontro, tra fede biblica e pensiero filosofico greco che ha fondato l'Occidente - l'esigenza odierna di ri-evangelizzare l'Occidente, nel quale la fede è sempre più relegata a fatto privato, e molti altri aspetti ancora.
Su queste colonne monsignor Bruno Forte ha sottolineato che, mentre per la ragione adulta e illuminata della modernità «tutto aveva senso, per il pensiero debole della condizione post-moderna nulla sembra avere più senso». Si è anche molto parlato di diffusione del nichilismo e del relativismo etico, ma non di una terza causa della scristianizzazione dell'Occidente: il percolare nella società della visione del mondo secondo la quale tutto è Natura.
Naturalismo, nichilismo e relativismo sono tre facce di una stessa concezione; il naturalismo è però, a mio giudizio, quello che avrà sempre più peso in quanto facilmente percepibile anche da coloro che non sono interessati ai grandi interrogativi. Infatti gli annunci delle scoperte scientifiche si susseguono e le loro conseguenze sulla salute e sulla vita quotidiana sono sottolineate dai mezzi di comunicazione di massa, che ribadiscono l'idea che esiste un'unica realtà, la Natura, e che l'uomo riesce ad usarla a proprio vantaggio.
Per questo la ri-evangelizzazione non può prescindere dalla storia della progressiva presa di coscienza, da parte del pensiero occidentale, della "marginalità" dell'uomo nell'universo. L'astrofisica vi ha contribuito con il passaggio dalla visione geocentrica a quella eliocentrica e poi, nel corso del XX secolo, con la scoperta di miliardi di galassie e infine con la constatazione che la massenergia visibile con i telescopi è soltanto il 4% della massenergia totale dell'universo. In parallelo la paleontologia e la biologia molecolare hanno scoperto che, sulla nostra terra, la comparsa dell'homo sapiens è la conseguenza di un enorme numero di eventi casuali determinati, per lo più, dalle mutazioni del patrimonio genetico su cui agisce la selezione naturale.