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Commenti e Inchieste

Palermo provincia di Vigevano

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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2010 alle ore 10:10.
L'ultima modifica è del 17 luglio 2010 alle ore 08:03.

A Vigevano c'è il proprietario di un'enoteca che forse è sotto usura o forse sta pagando il pizzo - questo dalle voci registrate da un'intercettazione non è dato saperlo. Di certo c'è che l'uomo non vuole pagare e che per questo viene picchiato. Anzi di più subisce il taglio di un orecchio. Tutto ciò accade in Lombardia tra la fine del 2009 e i primi mesi di quest'anno. Il tempo non è precisato perché noi questa storia non la conosciamo dalle parole del protagonista ma dai racconti di chi quell'orecchio glielo ha tagliato.

Siamo a Vigevano? O siamo con un balzo nel tempo e nello spazio nella Palermo del «niente so, niente ho sentito». L'uomo è di Vigevano, cittadina lombarda, o di Borgo Vecchio, quartiere palermitano del pizzo porta a porta?

A Pavia c'è un direttore sanitario che più che fare affari con la 'ndrangheta si vanta di esserne alla guida. «Eravamo i capi della 'ndrangheta di Pavia» dice. Ancora una volta è una registrazione ambientale a restituirci la confessione. Tanto "capo" da ammettere di aver ferito una persona e di farsi beffe della giustizia per essere stato assolto. «La legge è incredibile quando tu hai una cosa... puoi star certo che ti assolvono. Se invece la cosa non la commetti rischi di essere condannato... è vero che gli abbiamo sparato... assolto per non aver commesso il fatto».

Siamo a Pavia? O siamo all'Ospedale civico di Palermo? L'uomo che parla in questo modo è il direttore di una Asl che gestisce 530mila assistiti e che, stando ai dati del 2008, ha un budget annuo di 780 milioni di euro? O è invece Giuseppe Guttadauro primario ma anche boss di Brancaccio (altro quartiere palermitano)?

Fino a martedì scorso, fino ai 300 arresti e all'Italia messa sottosopra dalle indagini di due procure (Milano e Reggio Calabria) aveva forse ancora senso, a proposito della criminalità organizzata in Lombardia, usare le parole "presenze" piuttosto che "infiltrazioni". Da martedì quanto abbiamo finora saputo è azzerato. Perché se un medico che si vanta di essere un capo della 'ndrangheta realizza negli anni un impero criminale in cui c'è tutto l'armamentario di quello che costituisce la peculiarità della criminalità organizzata: ovvero la capacità di gestire e usare ai propri fini il consenso politico, ovvero la capacità di creare un sistema di clientele funzionale ai propri interessi e di così penetrare la pubblica amministrazione, e infine la capacità di dominare il territorio al punto che l'intimidazione non inorridisce ma anzi viene accettata e sopportata.

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Tags Correlati: Andrea Moltrasio | Asl | Carlo Chiriaco | Confindustria | Florindo Rubettino | Giuseppe Catanzaro | Giuseppe Guttadauro | Gruppo Catanzaro Agrigento Esattamente | Gruppo Rubettino Catanzaro | Italia | Perego Holding | Pubblica Amministrazione | Rubettino

 

Allora se tutto ciò si realizza, come appare lampante dalle quasi 5mila pagine dei magistrati, vuol dire che siamo ben oltre. L'infiltrazione mantiene la distinzione tra il bianco e il nero, tra lo sporco e il pulito. Qui invece sembra proprio che ogni distinzione si sia annullata. Una parte del potere di Carlo Chiriaco sta anche nel consenso che i suoi interventi riscuotono. Fa e chiede favori. Così come a lui i favori li chiedono e li fanno. Oggi è un voto, domani è un appalto, dopodomani è un concorso pubblico.

Aspettando l'Expo la politica cerca lo scudo protettivo della commissione di monitoraggio e intanto la vicenda della Perego Holding conferma quanto finora appariva una esagerazione: che tutto il movimento terra è nelle mani della 'ndrangheta. In attesa che arrivino i grandi appalti, i piccoli e i medi sono già loro.

In Sicilia per decenni non c'è stato appalto che non venisse assegnato senza il placet mafioso. In Calabria la storia della Salerno-Reggio Calabria conferma il passaggio dello Stretto in questa logica. Ora da mercoledì sappiamo che il "modello Siino" della spartizione concordata ha percorso la penisola ed è entrato, prima ancora che nelle tasche, nella testa di questa regione. Allora: se dietro questo sistema di clientele c'è la 'ndrangheta e se chi corrompe non è uno qualunque ma espressione della criminalità organizzata siamo ancora in Lombardia, o almeno in quella Lombardia che fino a lunedì si sentiva immune, o siamo in una Calabria allargata senza più confini?

IMPRESE CORAGGIOSEChe cosa bisogna fare per dare un'ulteriore stretta alla criminalità organizzata? Giuseppe Catanzaro
Gruppo Catanzaro Agrigento Esattamente come il mercato globalizzato, anche il crimine organizzato ha abbattuto le barriere geo-politiche, così non ha più senso parlare solo dei luoghi fisici in cui si dispiegano gli effetti negativi dell'azione criminale. È chiaro che, prima ancora degli altri soggetti del sistema produttivo, tocca agli imprenditori intervenire. Perché nessuno potrà crescere e svilupparsi in un mercato competitivo fino a quando ci sono figure che usufruiscono di scorciatoie. Alla lunga un territorio in cui ci sono queste dinamiche è destinato a implodere. Ci sono zone del paese in cui il sistema delle imprese si è dotato di anticorpi. Dobbiamo augurarci che questo processo si espanda.

Andrea Moltrasio
Icro Coatings Bergamo Quanto è accaduto, anzi quanto sta accadendo, ci dice che è fondamentale intervenire sul meccanismo della rappresentanza. A cominciare da quella politica, perché se un personaggio così legato alla criminalità come il direttore dell'Asl di Pavia ha raggiunto un ruolo di questo tipo vuol dire che c'è stata una distorsione nei sistemi di nomina, e che la politica è compromessa. L'altro fronte è l'associazionismo: mi auguro che anche le Confindustria del Nord adottino gli interventi predisposti dalle Confindustrie del Mezzogiorno. Da parte nostra deve esserci un atteggiamento di assoluto rigore: non dobbiamo cedere neanche un metro.

Florindo Rubettino
Gruppo Rubettino Catanzaro È inevitabile e soprattutto urgente una presa di coscienza della classe imprenditoriale sana perché ne va della nostra credibilità. Quanto è emerso dall'operazione dei giorni scorsi conferma che il problema della criminalità organizzata non è del Mezzogiorno ma è strutturale al paese e che la capacità della 'ndrangheta di aggredire qualunque tessuto sociale ed economico è devastante. Là dove ci sono appalti è fatale che ci sia anche la ‘ndrangheta. Che cosa bisogna fare? Prenderne atto e comprendere che l'azione non riguarda solo l'imprenditoria sana del Sud ma tutta l'impresa nazionale.

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