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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2010 alle ore 08:51.
L'ultima modifica è del 23 luglio 2010 alle ore 08:05.
L'economia mondiale sta entrando in una nuova fase dopo che i piani di stimolo hanno fallito nell'intento di creare una ripresa solida negli Stati Uniti o in Europa. In America, i consumatori hanno tagliato le spese, la costruzione di case nuove è precipitata e c'è il rischio di una recessione a W. In Europa, i governi hanno avviato il risanamento dei conti pubblici sotto la forte pressione dei mercati. C'è bisogno di un nuovo approccio alla ripresa.
L'aspetto che più colpisce del dibattito su austerità e misure di stimolo è la scarsa attenzione al problema degli investimenti. Non saranno i consumatori a trainare la ripresa, ed è giusto che sia così considerando che per un decennio hanno speso al di sopra delle loro possibilità. Americani ed europei dovrebbero usare la recente impennata correttiva del risparmio per promuovere investimenti a lungo termine in capitale fisico e umano: è questa la strada giusta per tornare a una crescita sostenuta.
Nonostante fosse evidente la necessità di un incremento del tasso di risparmio nazionale dopo il 2008, il presidente Obama ha cercato di prolungare la baldoria consumistica incentivando aggressivamente la vendita di case e automobili a consumatori già sfiniti, e tagliando le tasse nonostante un deficit di bilancio insostenibile. È stato un approccio di cortissimo respiro, motivato dal ciclo elettorale biennale americano. Non ha portato a niente perché i consumatori americani stanno cominciando ad adottare un'ottica più lungimirante di quella dei politici.
Sul fronte degli investimenti, invece, l'amministrazione Obama si è dimostrata molto più discontinua, rivelandosi incapace di formulare una linea d'azione chiara in aree privilegiate come la sanità, l'energia, i cambiamenti climatici e la politica di bilancio di lungo periodo. In un momento in cui la Cina costruisce centinaia di chilometri di metropolitana, decine di migliaia di chilometri di autostrade, un paio di dozzine di centrali nucleari e una rete di decine di migliaia di chilometri di collegamenti ferroviari ad alta velocità tra le grandi città, gli Stati Uniti fanno fatica a lanciare anche un solo progetto di peso. La Cina risparmia e investe; gli Stati Uniti parlano, consumano, s'indebitano e parlano ancora.