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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2010 alle ore 08:00.
L'ultima modifica è del 30 luglio 2010 alle ore 09:06.
Era stato un pasticcio fin dall'inizio il doppio aumento delle tariffe autostradali da destinare alle casse dell'Anas. Da una parte si stabiliva un sovracanone su tutta la rete privata da girare alla società pubblica, dall'altra si "punivano" con il sovrapedaggio alcuni caselli autostradali vicini ai raccordi dell'Anas che oggi non è possibile pedaggiare.
Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, aveva detto che, se fosse comparso un solo casello sul raccordo anulare, lo avrebbe fatto a pezzi. Più facile allora tassare le stazioni autostradali localizzate in zona e già funzionanti. La soluzione non era servita a nascondere il salasso sul territorio romano e la provincia di Roma aveva fatto ricorso al Tar Lazio. Vinto il primo round, ha ottenuto la sospensiva.
Il sovrapedaggio va sospeso subito in attesa della pronuncia di merito. Per rafforzare il pasticcio, però, ieri nessuno era in grado di dire, né all'Anas, né alle autostrade, quando la marcia indietro sarebbe diventata operativa. «In attesa di istruzioni», si scriverà forse sui caselli. Magari quel tanto che basta per catturare illegittimamente l'ondata di traffico in partenza domani mattina.