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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2010 alle ore 08:38.
I ragionamenti fatti per la sceneggiatrice Suso Cecchi d'Amico, da poco scomparsa, si attagliano alla perfezione per ricordare - con dolore - la morte di Elvira Giorgianni Sellerio. Una donna che, dalla sola sua passione e intelligenza, aveva generato, d'intesa col marito Enzo grande fotografo, e con i figli, una casa editrice presto sinonimo di qualità. I «libri Sellerio», dai best seller Sciascia e Camilleri, alla gemme (Fejtö, Saladino, Roussel), sono prodotto di eccellenza che ha creato lavoro dove non c'è, distribuito ricchezza, tutto e solo a partire da idee e cultura.
Per una stagione, intorno agli anni 70, la casa-redazione dei Sellerio in via Siracusa a Palermo, tra palme antiche e traffico chiassoso, era laboratorio dove giovani e no si incontravano, per capire il mondo e dettare uno stile. La manager culturale, arrivata fino al consiglio d'amministrazione Rai, era però solo una parte di Elvira Sellerio. La donna siciliana, la moglie, la madre, la furia capace di avvincere amici e avversari era ancora di più. La Sellerio resterà, esempio di innovazione. Elvira Sellerio ci mancherà, e tanto.