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Divisi e contenti: viaggio nei fortini dei duri Fiom

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Questo articolo è stato pubblicato il 10 agosto 2010 alle ore 08:15.
L'ultima modifica è del 10 agosto 2010 alle ore 09:00.

A Roma sul portone di corso Trieste resta scolpita la scritta "Flm", a imperitura memoria di un sogno spezzatosi 25 anni fa. Un tuffo nel passato, quando i metalmeccanici avevano dato vita alla Federazione lavoratori metalmeccanici. Basta con la Fiom, via la Fim, addio Uilm. Una sola federazione, lotte unitarie dall'inizio degli anni 70 fino all'accordo dell'84 (senza Cgil) di San Valentino sul taglio della scala mobile.

Ora i sindacalisti dei metalmeccanici vivono separati in casa, divisi da tre contratti nazionali senza la firma Fiom e da due riforme della contrattazione contrastate dalla Cgil. Al primo piano c'è la Uilm, al secondo e terzo la Fiom, un piano e mezzo è riservato alla Fim - il peso sindacale misurato in metri quadrati - mentre nel seminterrato la mensa ha tavoli informalmente assegnati alle singole sigle.

Ma se al centro i sindacati convivono come le coppie che restano insieme per il mutuo, in periferia le divisioni hanno fatto passi da gigante. Non siamo ancora al divorzio, ma nella fase post-matrimoniale in cui ci si accapiglia su ogni dettaglio, con tanta voglia di evidenziare i distinguo e fare sgambetti.

Pomigliano non è che l'ultimo caso, certamente il più eclatante, ma gli accordi separati, a livello locale si vanno moltiplicando. Pesa come un macigno la parte normativa dell'ultimo contratto nazionale, ma non solo. Fiom, Fim e Uilm sono unite quando si tratta di contrattare la cassa integrazione ordinaria o straordinaria, ma sono spaccati sulla parte variabile dei premi di produttività legata a indicatori economici dell'azienda. Sono divisi sui referendum e, più in generale, su come uscire dalla crisi globale mantenendo una giusta dose di competitività.

«Il Sole-24 Ore» ha fatto un viaggio in alcune realtà industriali per raccontare come è cambiato (o rimasto immutato) il Fiom-pensiero in una fase nuova per tutti. Partendo da Brescia, dove Fiom e Cgil sono saldamente in mano all'ala dura e gli accordi separati sono all'ordine del giorno.

Tags Correlati: CGIL | Fim | Imprese | San Valentino |

 

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