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Questo articolo è stato pubblicato il 10 agosto 2010 alle ore 08:02.
L'ultima modifica è del 10 agosto 2010 alle ore 08:52.
Sarebbe un errore declassare a baruffa chiozzotta la disputa sulla coltivazione e distruzione di un campo Ogm in Friuli tra il ministro Pdl dell'Agricoltura Giancarlo Galan e il suo predecessore, il governatore leghista del Veneto Luca Zaia. Operazione sacrosanta l'ha definita il governatore, atto squadrista il ministro (che ha ha comunque condannato la coltivazione illegale). Idee diverse e rivalità di contrada. Premesso che entrambi gli atti - la semina Ogm e la successiva distruzione - sono illegali e da condannare, resta il problema di fondo su cui decidere in tempi rapidi: la coltivazione legale degli Ogm in Italia. La Ue ha deliberato che i singoli stati possono decidere liberamente, sono «padroni in casa propria» per usare un'espressione cara alla Lega.
Noi restiamo convinti che la migliore decisione possibile sia quella di autorizzare al più presto la sperimentazione in campo e la coltivazione degli Ogm. Come si fa negli Stati Uniti e in tre quarti del mondo progredito, Europa esclusa. Non vorremmo, fra vent'anni, accorgerci che rincorriamo i nostri partner Ue sul terreno della ricerca e della produzione, magari importando i loro prodotti. Nucleare docet.