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Questo articolo è stato pubblicato il 18 agosto 2010 alle ore 08:40.
L'ultima modifica è del 18 agosto 2010 alle ore 08:41.
Chi è potuto andare a Ground Zero, sul sito dove una volta erano erette le Twin Towers, è preso da una strana sensazione; perché a chi lo guarda, dopo l'attentato, tornano subito in mente le immagini della distruzione e della morte di più di tremila persone. Ma questo non fu un attentato come gli altri, lì quell'undici settembre 2001 la storia del mondo cambiò radicalmente. Quell'attentato fu perpetrato in nome di un'interpretazione sbagliata dell'Islam: ovvero il cosiddetto fondamentalismo islamico, o radicalismo islamico. Un gruppo, al Qaeda, un nome, bin Laden: da allora simbolo del terrorismo più criminale.
Questo attentato non solo provocò morti e cambiò il corso della storia, ma gettò il discredito nell'opinione pubblica mondiale su una questione che già covava nel suo interno, i rapporti tra l'Islam e l'Occidente. Così, dopo l'undici settembre, i rapporti fra l'Islam e l'Occidente conobbero una tensione estrema, creando in tal modo la tentazione d'innescare un processo di colpevolezza collettiva. Per fortuna le società civili in Occidente in gran parte seppero distinguere il terrorismo politico che utilizza l'Islam come modo di legittimazione dal resto della comunità dei credenti musulmani.
Lo stesso presidente Bush affermò allora in un suo discorso che non bisognava fare di ogni erba un fascio. Nonostante tutto ciò la tensione dei rapporti fra Islam e Occidente resta ancora palpabile perché non risolta, perché con essa vengono mescolate moltissime problematiche: l'immigrazione, l'integrazione, la costruzione di una società multiculturale o multietnica, la gestione delle nuove minoranze, eccetera.
È sullo sfondo di questo dibattito molto contraddittorio e opaco, a quasi dieci anni dal triste attentato delle Twin Towers, che si dibatte sull'opportunità o meno dell'edificazione di una moschea vicino a Ground Zero: lì migliaia di persone, di tutte le religioni e nazionalità, hanno perso familiari o persone care. Non si può dunque non capire il totale disappunto e la rabbia di fronte alla volontà di costruire una moschea nelle vicinanze di quel luogo. Molti opinion-maker sottolineano il fatto che non è nelle competenze di Obama la decisione di approvazione o meno dell'edificazione di questo centro islamico.