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Questo articolo è stato pubblicato il 18 agosto 2010 alle ore 08:30.
Nella giostra dell'informazione che tutto trita un attentato in Iraq viene spesso derubricato a non notizia. Non passa giorno senza che ce ne sia uno. Ieri un kamikaze con addosso una micidiale cintura al tritolo si è fatto esplodere in un centro di reclutamento dell'esercito iracheno, nel vecchio edificio del ministero della Sicurezza. Sessanta reclute e soldati sono stati massacrati. Gli aspiranti soldati sarebbero andati a rafforzare l'esercito iracheno in vista della riduzione di 50mila soldati Usa entro fine mese. In ogni caso, come ha dichiarato il presidente Obama, le truppe Usa rimarranno nel paese solo per addestrare l'esercito iracheno. Il ritiro definitivo - come da accordo Washington-Baghdad - avverrà entro il 2011. Le truppe americane saranno spostate in Afghanistan, obiettivo strategico. Resta il fatto che la situazione a Baghdad è ben lontana dall'essere risolta: il paese è allo sbando, l'esercito non è in grado di controllare alcunché. Dopo il ritiro Usa, in sei mesi andranno persi sette anni di lavoro. Forse bisognerebbe pensarci.