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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2010 alle ore 09:02.
L'ultima modifica è del 02 settembre 2010 alle ore 09:22.
Che cosa sarebbe successo se le elezioni presidenziali americane del 1932 si fossero svolte invece nel 1930, nella fase iniziale della Grande Depressione, e se le avesse comunque vinte Franklin Delano Roosevelt, anche se in modo meno travolgente di quanto avvenne nel 1932? Gli eventi successivi forse sarebbero stati diversissimi. Il neopresidente forse si sarebbe trovato ad assistere, impotente, al tracollo della produzione e dell'occupazione. Forse non avremmo avuto i decenni di predominio democratico che seguirono.
La ruota della storia gira su casi del genere. Ma questa volta è andata diversamente: la crisi ha portato al potere Barack Obama quasi all'inizio del tracollo economico. Allora in molti sostenemmo che servivano misure enormemente ambiziose. Ahimé, così non è stato. Ecco cosa scrivevo il 4 febbraio 2009, all'inizio della nuova presidenza: «Quello che sta emergendo non è un piano di stimoli travolgente, è un insieme di misure troppo piccole, troppo dispersive e troppo poco mirate». Una settimana dopo chiedevo: «La presidenza Obama ha già fallito? In tempi normali sarebbe una domanda grottesca. Ma questi non sono tempi normali. Sono tempi molto pericolosi. Oggi la nuova amministrazione americana può scaricare su altri la responsabilità per una situazione che si è trovata in eredità; domani la responsabilità sarà solo sua. Oggi, può offrire soluzioni; domani, sarà diventata il problema. Oggi, ha il controllo degli eventi; domani, gli eventi controlleranno lei. In questo momento, fare troppo poco è molto più rischioso che fare troppo». Avevo ragione.
L'indirizzo politico era giusto: i politici (anche se non tutti gli economisti) hanno imparato moltissimo dagli anni 30. Le persone di buon senso sapevano che servivano politiche monetarie e di bilancio espansive, accompagnate da una ricostruzione del settore finanziario. Ma come aveva detto Larry Summers, il capo dei consulenti economici di Obama: «Quando i mercati passano il segno, le autorità devono fare altrettanto». Purtroppo, il governo non ha seguito il suo eccellente consiglio e questo ora consente agli avversari di sostenere che quelle misure sono state inefficaci, mentre in realtà sono state semplicemente inadeguate.