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Derivati al Campidoglio, ultimo remake horror

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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2010 alle ore 09:17.

La trama dell'ennesimo film horror sui derivati, in uscita nelle sale romane, sembra scontata. La procura di Roma ha aperto un'inchiesta sugli swap del Campidoglio, ipotizzando il reato di truffa aggravata per ora a carico di ignoti. Nel mirino dei magistrati le sette banche controparti dei contratti stipulati dalla capitale tra il 2003 e il 2007, giunta Veltroni: un copione da remake romano del noto caso derivati di Milano, che si avvia alla sua attesissima "prima vera" udienza in tribunale il 24 settembre.

Gli swap del comune di Roma invece fanno storia a parte. La Corte dei conti, in una recente indagine, ha rilevato sì qualche anomalia da parte di banche e comune, ha citato commissioni implicite, "vere e proprie scommesse", benefici limitati a fronte di rischi potenzialmente illimitati, scarsa valutazione da parte del comune. Ma tutti i derivati capitolini risultano rispettosi della normativa in atto al momento della stipula, con tanto di comunicazione preventiva al ministero dell'Economia, imposta dalla legge, equivalente al silenzio assenso. Alcuni consulenti finanziari, sempre più agguerriti contro le banche perennemente sul banco degli imputati dalla crisi subprime, hanno diramato analisi di fuoco sostenendo che gli intermediari hanno sfruttato a loro vantaggio l'asimmetria informativa truffando Roma.

Eppure né il sindaco Alemanno che siede su una montagna da 9-12 miliardi di debiti ereditati, né il commissario straordinario Oriani che gestisce il debito pregresso, hanno sparato finora sui vecchi derivati. Nell'aprile 2008, quando le passività del comune sono passate sotto la responsabilità dello stato, erano in essere nove derivati con un valore negativo per il comune di 147,05 milioni su un debito sottostante di circa 2,6 miliardi. Il mark to market negativo lo scorso settembre era sceso a 74. Al Tesoro, i derivati degli enti locali e territoriali (collegati a 35 miliardi sui 106 del totale debito locale) sono monitorati costantemente e le irregolarità sono considerate casi rari. Così a via Venti settembre non scatta l'allarme derivati: anzi, entro fine anno c'è intenzione di emanare il nuovo regolamento per consentirne l'uso, corretto naturalmente.

Tags Correlati: Corte dei Conti | Roma

 

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