Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2010 alle ore 09:11.
L'ultima modifica è del 02 settembre 2010 alle ore 09:18.
L'operazione da manuale di una banca con visione strategica o l'ennesima inutile iniezione di liquidità in una società con un debito di circa 400 milioni? Sul finanziamento da 15 milioni di UniCredit alla campagna acquisti della Roma, al bar sport di tutta Italia le due tesi si contrappongono tra «Ahò» e «Ma de che?».
Secondo gli accalorati sostenitori della tesi numero uno - visione strategica - il finanziamento di UniCredit consentirà alla banca di tutelare il suo credito nei confronti di Italpetroli che controlla la «Magica».
Proprio mentre balenano le prime manifestazioni d'interesse per l'acquisto del gruppo dell'egiziano Sawiris e della cordata guidata dall'imprenditore Francesco Angelucci.
La Roma, argomentano i sostenitori della tesi numero uno, può generare quel mix di business e visibilità (dell'azionista) che è lo specifico del calcio e nasce dalle vittorie. L'accesso alla Champions League, il top per una squadra di vertice, può generare, in base ai risultati ottenuti, fino a 50 milioni d'introiti. Il risultato è un moltiplicatore di business: premi, sponsorizzazioni, parco giocatori, appeal della squadra, diritti televisivi e spettatori allo stadio. Per di più con un team sempre sostenuto dai tifosi, anche «nei tempi duri»
Basta guardare all'ultima stagione di un'altra quotata: la Juventus, fuori dalla Champions League ha visto scendere gli abbonati, svalutare i giocatori (Diego, la «stella» del club pagato l'anno scorso 25 milioni è stato venduto a 17,5). Lo sponsor BetClic per stare sulla maglia bianconera ha pagato 8 milioni contro i 12 che Emirates paga al Milan. Borriello e Burdisso, e qua torniamo all'anello di congiunzione tra le due squadre e al finanziamento della campagna acquisti, hanno preferito passare alla Roma piuttosto che alla Juventus fuori dalla Champions.
Il calcio è un affare che ha settanta volte sette le incognite degli altri business - la «pelota es rotunda», si diceva un tempo - ma senza buoni calciatori non si ottengono risultati e, alla fine, si svaluta il patrimonio. Venti milioni di garanzia per l'acquisto del roccioso centrale argentino Burdisso e del bomber napoletano Borriello sono un investimento di cui UniCredit non si pentirà.