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Commenti e Inchieste

Meglio la pigra Spagna della rigorosa Irlanda

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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2010 alle ore 09:31.
L'ultima modifica è del 04 settembre 2010 alle ore 08:03.

È stranamente rassicurante vedere che gli Stati Uniti non sono i soli a dibattersi nel pantano di politiche di bilancio sbagliate.
P O' Neill, un commentatore che scrive di frequente sulla rivista online "A Fistful of Euros", ha pubblicato una serie di osservazioni interessanti sul caos seguito alla scelta irlandese, nel 2009, di abbracciare l'austerity. O' Neill scrive che la crisi del credito ha lasciato nelle mani delle banche irlandesi attività che non si aspettavano di dover gestire, e adesso queste banche si ritrovano a dirigere alberghi e vendere attrezzature agricole pignorate.


«Ma c'è anche un altro aspetto della questione – scrive – ed è molto peculiare. C'è solo un settore dell'economia che il governo ha dichiarato immune al processo di ristrutturazione e gestione esterna, ed è il settore bancario». L'autore sospetta che il peggio debba ancora venire: «Considerando la portata della ristrutturazione necessaria, ci si aspetterebbe di vederla fare il più in fretta possibile e ridurre almeno in parte l'eccesso di debito. Non necessariamente».
Ma quali sono allora i vantaggi del rigore di bilancio irlandese? Apparentemente, nessuno. Un paio di mesi fa ponevo una domanda diversa: è vero che l'austerità rassicura i mercati? Quando l'Irlanda decise, coraggiosamente e senza indugi, d'imboccare la via del rigore implacabile, diversi commentatori sostenevano che Dublino aveva riconquistato la fiducia dei mercati, ma i dati reali mostravano il contrario.
Ho messo a confronto l'Irlanda con la Spagna, un paese che ha abbracciato la via del rigore con relativa lentezza e riluttanza senza che per questo gli investitori gli riservassero un trattamento peggiore di quello dell'Irlanda.


Prima della crisi finanziaria, le entrate fiscali in Irlanda e in Spagna erano sorrette da bolle immobiliari di immani proporzioni. Una volta esplose le bolle, entrambi i governi si sono ritrovati a fare i conti con perdite cospicue.
Tenendo a mente che i rendimenti delle obbligazioni vanno sempre in senso contrario ai prezzi (se c'è domanda di mercato per un'obbligazione, il rendimento generalmente diminuirà; se la domanda è bassa, il rendimento salirà), guardiamo le cifre sui rendimenti dei titoli di stato decennali per l'Irlanda e la Spagna, riportate nel grafico.

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Tags Correlati: Fabio Galimberti | Irlanda | Krugman&Co | P Ò Neill | Prezzi e tariffe | Spagna

 

Dal momento che i "rigorofili" sostengono che l'approvazione del mercato obbligazionario è un segnale di politiche di spesa di successo, vale la pena sottolineare che la ligia Irlanda sembra avviata a una spirale di debito fuori controllo, mentre l'infingarda Spagna sembra passarsela molto meglio. È vero, la bolla irlandese era ancora più grande di quella spagnola: ma allora forse è qui che sta il problema.
Resta il fatto che il confronto fra i due paesi è clamoroso.
(Traduzione di Fabio Galimberti)

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