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Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2010 alle ore 14:32.
Sono poche le novità dell'estate. È facile avere l'impressione che sia il mondo intero a fermarsi, solo perché una gran parte delle società occidentali smette di lavorare per alcune settimane tra luglio e agosto. Ma questa sensazione non corrisponde a realtà. Di fatto, nel corso di un'estate che per alcuni è stata tranquilla e sonnolenta, sono successe molte cose, alcune di esse senza precedenti.
L'estate più calda. In agosto, il Noaa (National oceanic and atmospheric administration, l'agenzia federale Usa che si occupa della raccolta e analisi di dati sull'ambiente) ha comunicato che, da gennaio a luglio, la temperatura media del pianeta è aumentata di 1,22 gradi fahrenheit rispetto al valore medio complessivo del XX secolo. Si tratta della temperatura più elevata registrata al mondo dal 1880, quando hanno avuto inizio rilevamenti statistici affidabili. Il caldo torrido è stato una costante di questa estate, e in numerose città il termometro ha raggiunto livelli da record. Inoltre, l'ondata di caldo che ha colpito diversi paesi è coincisa con le intense piogge verificatesi in altri. Così, mentre la Russia bruciava, il Pakistan annegava. La tragedia climatica del Pakistan ha raggiunto dimensioni impensabili, danneggiando un numero di persone di gran lunga superiore a quanto abbiano fatto l'uragano Katrina, il terremoto di Haiti e lo tsunami asiatico del 2004 messi insieme. Le statistiche dicono che tali episodi estremi di pioggia, freddo o caldo sono oggi molto più frequenti di quanto non lo fossero in passato.
I cinesi non vanno in vacanza. A metà agosto, la Cina ha annunciato che il suo Prodotto interno lordo aveva superato quello del Giappone, diventando così la seconda economia più grande al mondo dopo quella americana. Molti esperti sono convinti che la Cina sia destinata a diventare la prima potenza economica mondiale. Non stupisce che l'economia della Cina sia più grande di quella del Giappone: si tratta di una situazione normale da ormai più di duemila anni. La superiorità economica giapponese è stato un fenomeno transitorio e recente, giunto al capolinea questa estate.
È nata una nuova compagnia aerea. In agosto è stata annunciata anche la fusione tra la compagnia aerea brasiliana Tam e la cilena Lan. Questa notizia non dovrebbe riscuotere grande interesse se non fosse per le enormi dimensioni della nuova azienda, e per il significato che la fusione assume riguardo alla crescita senza precedenti della classe media latinoamericana. Dal punto di vista degli utili, la nuova compagnia sarà la terza più grande al mondo e occuperà una delle prime dieci posizioni per numero di passeggeri trasportati. In tutto il mondo le dimensioni del mercato del trasporto aereo di passeggeri dipendono dalla classe media, dato che i ricchi non sono molti e i poveri non viaggiano tanto in aereo. La nascita di questo gigante dell'aviazione commerciale è stata possibile grazie allo sviluppo di una forte classe media in America Latina. In questo senso, il caso del Brasile è particolarmente simbolico. Secondo l'editorialista Miriam Leitao, il mercato del trasporto aereo brasiliano è cresciuto addirittura del 56% tra 2003 e 2008. E l'anno scorso, mentre il mercato subiva una riduzione del 2,6% a livello mondiale, in Brasile aumentava del 13%. E il fenomeno non si limita al Brasile. L'insieme delle compagnie aeree latinoamericane ha segnato quest'anno un aumento del 24%, il più alto al mondo. Il fatto che la classe media latinoamericana stia viaggiando così tanto in un momento di profonda crisi economica è significativo del cambiamento in atto nella regione.