Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2010 alle ore 09:26.
Lodevole pragmatismo o alibi ben studiato? Il dubbio viene a sentire parlare Dmitrij Medvedev di «democrazia parlamentare» come stadio non accessibile nell'eterna transizione russa. Il presidente ha detto ieri che «sarebbe una catastrofe» applicare a Mosca le regole maturate dall'Occidente in un paio di secoli di storia politica. La democrazia - ha aggiunto - va radicata nelle «tradizioni storiche dei popoli» e «in Russia praticamente non c'è mai stata», dagli zar all'era sovietica. Viene in mente Gorbaciov, la sua perestroika fallita, la sua pretesa illuministica ante litteram. Il tentativo di travasare la democrazia come un abito da confezione su un corpaccione rigido fallì e Medvedev ha imparato la lezione.
Ma non è tutto qui. E il sospetto resta. Non essere pronti alla democrazia parlamentare vuol dire combattere il terrorismo uccidendo chi denuncia gli abusi della polizia? O mettere dazi alle ex sorelle poco disciplinate? Libera concorrenza e diritti civili sono ingredienti base di democrazia, a prescindere dal fatto che sia parlamentare o meno. Cominci da qui mister Medvedev. Altrimenti fa teoria politologica. O cerca facili alibi.