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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2010 alle ore 08:27.
L'ultima modifica è del 24 settembre 2010 alle ore 08:06.
Boccata d'ossigeno per le piccole imprese nell'aria pesante (e maleodorante) che si respira oggi in Italia. La buona notizia arriva dall'accordo firmato tra Confindustria e Banca Intesa per migliorare le condizioni di credito delle imprese impegnate a fronteggiare le difficoltà della crisi. Per qualche azienda sarà possibile così sopravvivere o salvare posti di lavoro, per qualche altra rafforzarsi e cogliere tutte le opportunità di una ripresa fragile. Una battaglia quotidiana che gli imprenditori combattono per dare un futuro alle proprie aziende e al paese.
Fin qui l'Italia reale. Poi c'è l'altra Italia, quella della politica che non si preoccupa della crisi e dei posti di lavoro persi, perché troppo impegnata nello spettacolo squallido di questi giorni, l'Italia dei dossier e dei controdossier, delle guerre di potere tra le massime istituzioni dello stato fatte a colpi di trattamenti degli avversari, d'indagini private, servizi deviati veri o presunti, faccendieri di ogni tipo. La tregua si è rotta su giochi di potere quando il paese avrebbe bisogno di una tregua vera per concentrarsi sul pacchetto di misure necessarie ad aiutare le imprese sulla via della ripresa.