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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2010 alle ore 08:24.
A Napoli riesplode la questione monnezza. Assalti a colpi di spranghe contro i mezzi della raccolta dei rifiuti, autocompattatori bruciati a Terzigno da cittadini inferociti che si oppongono al raddoppio della discarica. Il cortocircuito si è innescato come e peggio di prima, dieci mesi dopo che la task force della Protezione civile ha abbandonato il capoluogo campano. Il Comune, finalmente con una assessore all'Igiene urbana competente, sta cercando di riorganizzare il servizio dei rifiuti e di renderlo meno oneroso. Scelta legittima, ma tardiva, in una città in cui la politica ha perso la faccia da un pezzo.
Ci sono troppi addetti collusi con le famiglie dei clan camorristici nelle società pubbliche e private che ruotano attorno alla raccolta dei rifiuti.
A Napoli lo sanno tutti. Riorganizzare gli appalti è sacrosanto. Ma ripulire le aziende da queste presenze lo è altrettanto. Forse è il momento che si cominci. Insomma: pane, speranza e legalità.