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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2010 alle ore 08:57.
Grazie alle scoperte del britannico Robert Edwards, 85 anni, premiato ieri con il Nobel per la medicina, sono venuti al mondo più di quattro milioni di bambini. Le ricerche di Edwards e le successive applicazioni hanno consentito la fecondazione in vitro degli ovuli da reimpiantare nell'utero. La motivazione dell'Accademia di Svezia dice tutto: le sue scoperte hanno reso possibile il trattamento della sterilità che colpisce un'ampia porzione dell'umanità e più del 10% delle coppie nel mondo.
Non è stato facile per Bob Edwards. Nel 1968, dopo aver reso fertile il primo ovulo in laboratorio, anche l'Inghilterra della minigonna e dei Rolling Stones lo priva dei finanziamenti pubblici. Nel 2010, ieri, con Edwards fresco di Nobel, monsignor Carrasco, presidente della Pontificia accademia per la vita, si è detto perplesso per il premio a una ricerca che ha aperto la strada al traffico di ovociti e ai congelatori pieni di embrioni. Ma ha riconosciuto che Louise Browne, la prima bambina nata a Londra con una fecondazione in vitro, è da poco mamma. Ed Eleonora Zuncheddu, 26 anni, medico, terza bambina italiana venuta al mondo grazie alle tecniche del neo Nobel, sta per diventare pediatra.
Scatenare polemiche è il destino di Edwards. In Italia, ieri si è riaperto il dibattito sulla legge 40 che regola la fecondazione assistita. Da un lato scienziati come i Nobel Rita Levi Montalcini e Renato Dulbecco, la accusano di limitare la ricerca. Dall'altro, il sottosegretario Roccella e il movimento per la vita di Carlo Casini la difendono a spada tratta. La legge, che ha resistito anche a un referendum abrogativo non arrivato al quorum, è stata più volte "smontata" da sentenze della magistratura ordinaria e della Corte costituzionale. Evidentemente qualcosa nel suo impianto non funziona. Senza pregiudizi e senza guerre di religione, su un fronte e sull'altro, forse sarebbe il caso di aprire una riflessione seria. Per la ricerca, per il progresso e anche per rispettare il precetto biblico del "crescete e moltiplicatevi" e non condannare nessuna donna a sentirsi come il giunco sterile della Scrittura.