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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2010 alle ore 07:43.
L'ultima modifica è del 08 ottobre 2010 alle ore 08:40.
Se la sinistra europea ha la febbre ancora alta, mentre i socialisti spagnoli si apprestano a rottamare Zapatero per evitare la disfatta elettorale, la destra non sta molto meglio. Sarkozy è alle prese con un declino di consensi tutto personale. Angela Merkel sta tentando di agganciarsi alla ripresa economica tedesca per ribaltare un'estate densa di difficoltà politiche. In entrambi i casi, l'impressione è che le punte del centro-destra europeo siano impegnate nella gestione dell'emergenza piuttosto che nella manutenzione di un orizzonte ideale che possa essere fonte di ispirazione per le altre forze conservatrici. Su questo sfondo,
David Cameron rischia di trovarsi nella posizione di unico faro ideologico pienamente funzionante su scala europea. Grazie al privilegio di godere ancora della benevolenza che gli elettori garantiscono ai governi appena avviati, ma anche perché la sua leadership non sembra avere ancora archiviato l'ambizione di ridefinire il Dna dei Tory.
Lo conferma da ultimo il discorso tenuto a Birmingham, dove Cameron è tornato su alcuni dei temi che hanno qualificato la sua opera di rinnovamento nel partito che fu thatcheriano. L'attenzione alla sfera dei servizi pubblici fondamentali, innanzitutto, che lo ha visto ribadire la centralità occupata dal Servizio sanitario nazionale nel nuovo pantheon dei conservatori («proteggeremo il National Health System dai tagli mostrando che esso continua ad avere quella priorità che abbiamo sempre rivendicato»). Non era affatto scontato che il Nhs, mitica bandiera laburista solo recentemente acquisita dai Tory, si trovasse al riparo dai tagli nella stessa settimana che ha visto l'annuncio di drastiche riduzioni di benefici pubblici.
Al contempo, Cameron ha tentato di declinare secondo i tempi nuovi della crisi un'idea di giustizia che tenga conto dei sacrifici chiesti a consistenti quote della società britannica. Di qui lo slogan secondo il quale «coloro che hanno le spalle più larghe dovranno sostenere un peso maggiore». Che nell'immediato giustifica il taglio degli assegni familiari per i più abbienti, ma che oltre la contingenza punta a incalzare i laburisti sul terreno per loro più naturale. Quello di un'idea di fairness che sotto la spinta della crisi si è resa inevitabile in qualsiasi agenda politica anche di segno conservatore.