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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2010 alle ore 08:33.
L'ultima modifica è del 14 ottobre 2010 alle ore 08:03.
Se il decreto Pisanu sul wi-fi è stato disconosciuto anche dal suo autore, persona di riconosciuto buon senso, vuol dire che in quel testo qualcosa non funziona. Non va che agganciarsi a una rete wireless per accedere a internet richieda una procedura burocratica degna di un rogito. Ovvero licenza del questore per chi offre il wi-fi e identificazione con documenti per chi ne fa uso. Un po' troppo per la fulminea era del web. Certo, quando nel 2005 la norma fu emanata si era freschi di attentati (a Londra) e l'interesse prevalente era la sicurezza, non la rapidità degli accessi.
Ma oggi? Noi pensiamo che abbia ragione chi, in Parlamento, sta facendo di tutto perché il decreto venga abolito. Non tanto (o soltanto) perché il rischio di attentati sia minore, ma perché è dubbio che un terrorista dia ordini o ne riceva collegandosi alla rete in modalità wi-fi. Per non lasciare traccia gli basterebbe una chiavetta-modem. Quella che frutta grandi utili alle compagnie telefoniche. E che forse è stata la paroletta magica che ha spinto il legislatore a reiterare, di anno in anno, un decreto senza più autore.