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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2010 alle ore 08:19.
A ciascuno il suo. Per quanto riguarda la manifestazione di sabato della Fiom, al ministro Maroni - che ieri ha denunciato il «rischio infiltrazioni violente» - il compito di garantire l'ordine pubblico. Al sindacato dei metalmeccanici quello di non offrire sponde di sorta a chi vorrebbe rubare la scena ai lavoratori in piazza e sporcarne la libertà di espressione. Di questo si tratta. Di evitare che un intero sindacato di nobile storia sia sfregiato da chi non ha interesse se non a innescare un clima di violenza. Fine a se stesso. Noi chiediamo che non avvenga.
Chiediamo a tutti che si abbassino i toni, si divida il piano del confronto - anche aspro - sui temi e le soluzioni per le imprese da quello della polemica mediatica e della violenza, verbale e non. È un invito che riguarda certa politica in cerca di visibilità che ieri ha bacchettato il ministro, reo semplicemente di avere posto in luce un rischio. E riguarda anche la Fiom. Faccia a meno di ogni ambiguità. Isoli e respinga ogni tentativo che ne strumentalizzi la legittima, sacrosanta battaglia sindacale. Oltre ai discorsi e agli slogan, sarà questo il segnale più importante che arriverà dalle strade di Roma.