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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2010 alle ore 08:22.
L'ultima modifica è del 19 ottobre 2010 alle ore 06:38.
Angela Merkel dubbiosa sulle reali possibilità di una società multiculturale? Il dibattito, in realtà, riguarda tutti in Europa, accompagnato dai sorprendenti successi dell'estrema destra. Come reagire? Ognuno, per ora, va avanti per la propria strada.
Francia, dalla volontà di assimilazione al pugno duro di Sarkozy. Assimilare: era la priorità di Parigi nell'era del colonialismo.
È rimasto il progetto di una società che, ai tempi dell'immigrazione, ha scelto la carta dell'apertura, anche dal punto di vista normativo (relativamente facile ottenere la nazionalità, già a partire dai cinque anni di residenza). Negli ultimi tempi Sarkozy ha reso più dura la lotta contro l'immigrazione clandestina e più difficile la regolarizzazione. La tendenza si è accentuata, con una vasta operazione anti Rom e una nuova legge sull'immigrazione, la quinta in sei anni, ora al rush finale in parlamento. Prevede la revoca della nazionalità per chi abbia commesso gravi reati contro le forze dell'ordine. E rende più difficile l'accesso al permesso di soggiorno da parte dei clandestini (la permanenza massima nei centri sarà portata da 32 a 45 giorni). Intanto, è passata anche la norma che proibisce l'utilizzo del burqa nei luoghi pubblici. Una misura discussa, ma appoggiata dalla maggioranza dei francesi.
Germania, il tramonto del «multikulti». Angela Merkel l'ha detto chiaro e tondo: «Il nostro modello multiculturale ha totalmente fallito». Sì, la speranza di dare vita a una società dove più comunità coabitano, ma nel rispetto delle loro differenze. L'idea iniziò a imporsi in Germania negli anni Ottanta, su impulso dei verdi. Ha portato, fra le altre cose, a una legge sulla nazionalità (del 7 maggio 1999) che ha dato la possibilità ai figli degli immigrati nati in Germania di essere naturalizzati. Al di là delle parole della Merkel, l'estrema destra non ha vissuto qui l'esplosione registrata in contesti simili, vedi Olanda o Svezia. Il governo sta studiando misure per imporre corsi d'integrazione agli immigrati o per combattere fenomeni come i matrimoni forzati, in uso in alcune comunità. Al tempo stesso, prepara una legge per facilitare il riconoscimento dei diplomi ottenuti nei paesi d'origine dagli immigrati già residenti.