House Ad
House Ad
 

Commenti e Inchieste

Il debito? Garantiscono le famiglie

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 20 ottobre 2010 alle ore 08:56.
L'ultima modifica è del 20 ottobre 2010 alle ore 12:01.

Molti non sembrano ancora aver capito la lezione più importante che ci ha lasciato questa crisi, la più grave dal 1929. E cioè che in una fase di grandi cambiamenti strutturali e di accumulo di enormi squilibri, come quella che stiamo vivendo, non è più possibile usare come indicatori di performance economica solo i flussi (come il Pil) disinteressandosi di ciò che avviene alla maggior parte degli stock macroeconomici (come la ricchezza delle famiglie, i debiti delle imprese o la qualità degli attivi delle banche). L'unico stock a cui guardiamo con attenzione da lungo tempo è quello del debito pubblico, ma a ben vedere non sappiamo nemmeno misurarne correttamente la sostenibilità perché lo rapportiamo per pura abitudine contabile al Pil, che però è un flusso.


Eppure molti paesi dispongono ormai di sistemi contabili ben costruiti e aggiornati dei conti finanziari nazionali. Tali prospetti esprimono lo stato di salute finanziario dei diversi attori di un sistema economico (imprese non finanziarie, imprese finanziarie, famiglie, pubbliche amministrazioni) oltre che la riconciliazione degli attivi e passivi di ogni paese con il resto del mondo. Continuare a ignorare questi indicatori è un grave errore. Infatti, può portare a diagnosi errate e a formulare ricette sbagliate.

F acciamo tre esempi. Il primo riguarda la crescita economica e il suo stesso significato. Il secondo il debito pubblico e la sua sostenibilità. Il terzo l'eccesso di indebitamento delle famiglie rispetto al loro stock di ricchezza finanziaria.

1. La crescita economica. Si continua a valutare la performance economica dei diversi paesi nel decennio prima della crisi e anche la loro capacità di uscire oggi dalla crisi stessa in base alla crescita del Pil. Con ciò ignorando che molta crescita del Pil precedente era stata generata nei paesi più "dinamici" da un accumulo insostenibile di debiti privati e molta della ripresa economica oggi in corso è stata resa possibile solo da un nuovo accumulo di debiti, questa volta pubblici, senza però incidere sugli squilibri di fondo che hanno causato la crisi.
L'osservazione delle tendenze del Pil e del reddito disponibile delle famiglie prima del settembre 2008 sembrerebbe "condannare" senza appello un paese come l'Italia, che negli ultimi nove anni è cresciuto meno di tutti. Ma anche la Germania, oggi da molti "ammirata" dopo appena un paio di trimestri di forte ripresa del Pil, era cresciuta assai poco dal 2000 al 2007, appena un'incollatura più dell'Italia e solo grazie all'export, risultando la sua domanda interna persino più "stazionaria" di quella italiana. Mentre economie come Stati Uniti e Gran Bretagna (per non parlare dell'Irlanda o della Spagna) venivano invece esaltate per il loro maggiore dinamismo.

L’articolo continua sotto

Tags Correlati: Debito pubblico | Italia | Pubblica Amministrazione

 

L'analisi comparata della crescita reale della ricchezza delle famiglie (costituita dallo stock di attività finanziarie e reali al netto delle passività finanziarie) fornisce tuttavia un'immagine completamente rovesciata del concetto di performance economica e forse un po' più aderente alla realtà. Infatti, le famiglie americane, nonostante la più forte crescita del loro reddito disponibile, sono oggi più povere di sette anni fa, mentre quelle italiane e tedesche sono di gran lunga più ricche rispetto al 2000. Inoltre, mentre a prezzi costanti la ricchezza delle famiglie italiane e tedesche già nel 2009 è quasi ritornata ai livelli del 2007, quella delle famiglie americane impiegherà molto più tempo a recuperare il terreno perduto, risultando nel 2009 ancora del 17% e del 19% circa inferiore, rispettivamente, ai livelli nominali e reali del 2007.
Il Pil americano è indubbiamente diminuito meno di quelli tedesco e italiano durante la recessione del 2008-2009 e forse più rapidamente si riporterà ai livelli pre-crisi (grazie a un bel po' di altri debiti, stavolta pubblici, e a una svalutazione del dollaro dagli effetti imprevedibili). Ma quanti anni saranno necessari all'America per riguadagnare la ricchezza delle famiglie e i livelli occupazionali precedenti?

2. Il debito pubblico. Non si è mai visto un governo "pagare" i propri debiti con il Pil. Il Pil è un flusso annuale che appena prodotto viene quasi totalmente allocato nel corso dell'anno stesso in consumi, investimenti, spesa pubblica ed export (e quindi non può essere utilizzato per rimborsare lo stock del debito statale). Ovviamente il Pil genera anche il risparmio (che però in alcuni paesi è molto basso) e il gettito tributario che è cruciale per far quadrare il bilancio pubblico annuale. Tuttavia, un governo che voglia ridurre il proprio stock di debito non usa il Pil ma ha alcune possibilità tra cui le principali sono: a) fare privatizzazioni, e qui conta molto lo stock di patrimonio pubblico; b) ridurre drasticamente la spesa pubblica e tagliare servizi; c) applicare forti tasse. È chiaro peraltro che le ipotesi b) e c) presuppongono che vi sia alle spalle una società ricca, in grado di subire tagli di servizi pubblici o l'introduzione di nuove tasse senza soffrire molto o senza che si corra il rischio di una rivolta sociale.
Per valutare la sostenibilità dello stock del debito pubblico ha dunque molto più senso rapportare tale debito allo stock di ricchezza finanziaria delle famiglie. Infatti, avendo l'aggregato delle imprese strutturalmente dei debiti, accesi per investire in immobilizzazioni reali, è la ricchezza finanziaria delle famiglie l'unico bacino patrimoniale consistente che può "garantire" il debito statale di una nazione.
La regola del 60% del nuovo Patto di stabilità, su cui commissione europea e governi lavorano, dovrebbe dunque riguardare non più il rapporto debito/Pil ma il rapporto debito/ricchezza finanziaria netta delle famiglie. Sulla base di tale parametro (che tiene implicitamente conto anche dello stock dei debiti privati) appare evidente che i paesi oggi realmente fuori linea nell'euro-area sono solo la Grecia e l'Irlanda, mentre Italia e Finlandia sono usciti di traiettoria soltanto temporaneamente a causa della crisi. La Spagna invece è un po' più in difficoltà perché le sue famiglie si sono molto indebitate.
Per lungo tempo Italia e Belgio sono stati additati in Europa come le "pecore nere" del debito pubblico. E tale debito va ridotto senza indugi per liberare finalmente risorse sane per la crescita. Ma il Belgio e l'Italia hanno una tale ricchezza finanziaria netta delle proprie famiglie da poter sopportare un alto debito pubblico mentre la Grecia e l'Irlanda non possono permetterselo.
In base ai dati del 2009, il rapporto debito pubblico/Pil dell'Italia è uguale al 115%, esattamente come quello della Grecia, ma il rapporto debito pubblico/ricchezza delle famiglie in Italia è al 65%, solo un po' più elevato di quelli di Germania e Francia, mentre l'indice della Grecia è al 194 per cento! Proprio perché il suo debito pubblico è ben "coperto" dalla ricchezza privata, l'Italia non ha dunque bisogno di alcuna "patrimoniale" ma necessita solo di tagli e risparmi graduali nel quadro di un rigoroso e credibile piano di riduzione del debito statale. Mentre la Grecia e l'Irlanda, per evitare il tracollo, dovranno invece con grande urgenza tagliare drasticamente la spesa pubblica e aumentare fortemente le tasse: il tutto per valori che andranno ben oltre il maggior differenziale di crescita del Pil che per alcuni anni tali paesi hanno baldanzosamente accumulato verso l'Italia.

3. Le passività finanziarie delle famiglie. Se poi la Ue desiderasse davvero individuare un indicatore "predittivo" per il nuovo Patto di stabilità, che dia l'allarme in tempo utile circa le possibili crisi finanziarie future delle famiglie e conseguentemente delle banche che abbiano loro concesso prestiti in modo avventato, c'è solo l'imbarazzo della scelta: è sufficiente, ancora una volta, consultare i colpevolmente trascurati conti finanziari delle nazioni. Lì c'era tutto l'occorrente per capire che era in arrivo un grande crack di famiglie e banche.
A nostro avviso, ad esempio, oltre al vincolo del 3% del deficit pubblico/Pil andrebbe stabilito un vincolo del 3% anche al rapporto tra il valore assoluto della crescita annua delle passività finanziarie delle famiglie e il valore dello stock delle loro attività finanziarie nette dell'anno precedente (Indice Dpf/Afn). Se questo indice fosse stato applicato negli anni scorsi, la commissione europea avrebbe potuto lanciare con largo anticipo dei "warning" e poi minacciare con sanzioni l'eccessiva crescita dell'indebitamento privato che ha portato alla crisi i paesi della "bolla".
L'Irlanda, ad esempio, tra il 2002 e il 2008 ha avuto l'indice Dpf/Afn sempre costantemente sopra il 10% con due punte annue oltre il 20% nel 2005-2006. Idem la Lettonia, con punte annue ancor più vertiginose, tra il 65-70%, nel 2006-2008. Anche la Spagna, la Grecia e il Portogallo hanno "sforato" tutti gli anni dal 2002 al 2008 (con Madrid per ben quattro anni consecutivi sempre sopra il 10%); la Gran Bretagna ha "sforato" dal 2002 al 2007, mentre gli Stati Uniti, allargando il nostro giro d'orizzonte al di fuori della Ue, lo hanno fatto dal 2002 al 2006. Per contro, Italia e Germania hanno sempre mantenuto l'indice Dpf/Afn rigorosamente sotto il 3%, salvo uno sporadico 3,6% dell'Italia nel 2002. Ciò dovrebbe pure insegnare qualcosa.

Shopping24

Da non perdere

L'esempio di Baffi e Sarcinelli in tempi «amari»

«Caro direttore, ho letto (casualmente di fila) i suoi ultimi tre memorandum domenicali. Da

L'Europa federale conviene a tutti

Ho partecipato la scorsa settimana a Parigi a un incontro italo francese, dedicato al futuro

Non si può privatizzare la certezza del diritto

In questa stagione elettorale, insieme ad un notevole degrado, non solo lessicale, ma anche di

Le sette criticità per l'economia Usa

Quale futuro si prospetta per l'economia degli Stati Uniti e per quella globale, inevitabilmente

Sull'Ilva non c'è più tempo da perdere

La tensione intorno al caso dell'Ilva non si placa. Anzi, ogni giorno che passa – nonostante i

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da