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Questo articolo è stato pubblicato il 20 ottobre 2010 alle ore 08:04.
Collocamento che fai, conflitto d'interesse che trovi. Sei banche del consorzio attraverso il quale Enel sta vendendo al pubblico azioni della controllata Green Power sono in potenziale conflitto d'interesse, perché hanno rapporti finanziari, creditizi, di consulenza e investment banking con il gruppo elettrico. Lo mette in chiaro il prospetto dell'offerta pubblica da tre miliardi di euro, segnalando i «rischi connessi a potenziali conflitti d'interesse». Il documento elenca in quest'ordine gli istituti: Intesa Sanpaolo, Credit Suisse, Goldman Sachs, Mediobanca, UniCredit, Barclays Bank. Per Intesa e UniCredit c'è un ulteriore motivo di conflitto: «Enel intende utilizzare i proventi dell'offerta» per ridurre il debito e «pertanto prospetticamente anche» per il rimborso verso queste due banche. «Si evidenzia inoltre», dice il prospetto, che Piero Gnudi è «presidente di Enel e consigliere di amministrazione di UniCredit», mentre Fulvio Conti, a.d. e d.g. di Enel, «è consigliere di amministrazione non esecutivo di Barclays Bank». (G.D.)