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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2010 alle ore 06:30.
L'ultima modifica è del 27 ottobre 2010 alle ore 10:24.
«Pura speculazione»: nel senso di speculazione del pensiero. È quella che si è affacciata nella mente di Eric Savitz, un esperto del settore tecnologico che ha provocato ieri un momentaneo rialzo di quasi il 3% delle azioni della Sony. Nella sua rubrica su Barron's, Savitz aveva scritto che la Apple, con i suoi 51 miliardi di dollari di liquidità, potrebbe mettere nel suo mirino la società giapponese (oltre che Adobe o persino Disney).
Scenario difficile da credersi, se non altro perché dovrebbe prendere la strada di un takeover sostanzialmente ostile: formula inedita che non ha mai avuto successo in Giappone per operazioni del genere. A parte, poi, che Sony ha di recente rafforzato una strategia anti-Apple, accordandosi con Google e accelerando la pianificazione di prodotti anti-Cupertino. Lo stesso Savitz è intervenuto tempestivamente sul suo blog nel sito web di Barron's, sottolineando che la sua ipotesi personale era «pure speculation». Il mondo cambia: la Sony, per esempio, ha appena ufficializzato il pensionamento, a 31 anni, del vecchio modello Walkman a radiocassette. Ma è ancora presto per immaginare acquisizioni ostili di un colosso della Corporate Japan. (S.Car.)