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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2010 alle ore 06:38.
Quante volte capita di vedere i capitalisti rivolgersi a un tribunale per difendere il principio secondo cui i proprietari legittimi non riescono ad esercitare alcun controllo sulle loro proprietà? Non sta succedendo in America Latina o nella Svezia socialista, ma negli Stati Uniti d'America.
capitalisti in questione non sono altro che l'élite dell'America imprenditoriale: la Business Roundtable, potente gruppo di Ceo delle principali multinazionali Usa, che promuove politiche pro-business. L'oggetto del contendere è il tanto dibattuto caso della regola relativa all'«accesso degli azionisti alle deleghe», adottata ad agosto dalla Sec.
In base al sistema attuale, i consigli d'amministrazione societari sono entità che si autoperpetuano. Per essere eletti, un membro del consiglio deve essere nominato dal consiglio d'amministrazione corrente, laddove notevole influenza è esercitata dagli amministratori delegati. Di conseguenza, i membri del consiglio sono in debito con i manager che direttamente o indirettamente li nominano - e quindi non sono proprio motivati a dissentire, onde evitare l'esclusione.
Anche i consiglieri indipendenti, spesso acclamati quale soluzione di tutti i problemi, sono soggetti alla stessa pressione. Per cambiare questo trend, gli investitori istituzionali devono avere il diritto di proporre la propria lista di candidati. La possibilità di essere scartati in un'elezione reale fa sì che naturalmente i membri del consiglio siano responsabili del proprio operato nei confronti degli azionisti, così indirettamente responsabilizzando anche gli amministratori.
La regola della Sec ha tentato di garantire agli investitori istituzionali questo diritto. E lo ha fatto in modo piuttosto mite. Escluse le società con una quotazione pubblica inferiore a 75 milioni di dollari, gli azionisti che intendono proporre una lista di candidati devono detenere una quota minima di partecipazione del 3% del capitale sociale per almeno tre anni consecutivi.
Questo non è un ostacolo da poco. Il fondo pensione medio ha un turnover annuale del 70%, che significa che la probabilità di detenere un titolo per tre anni consecutive è inferiore al 3 per cento. Quindi, per raggiungere quel 3% e conservarlo per tre anni consecutivi, bisognerebbe mettere insieme centinaia d'istituzioni.