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L'Antitrust non farà da semaforo ai treni

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Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2010 alle ore 08:55.
L'ultima modifica è del 29 ottobre 2010 alle ore 10:21.

L'Italia sarà il primo paese europeo a sperimentare una vera e propria concorrenza nei servizi nazionali di alta velocità, visto che la società Ntv sarà operativa a partire dal 2011, con ambiziosi obiettivi nella fascia alta del mercato. È chiaro che per il decollo della concorrenza su rotaia è cruciale l'esistenza e l'applicazione di regole chiare e neutrali per l'accesso alla rete ferroviaria, alle stazioni e ai servizi essenziali per la circolazione. La Ue, a questo proposito, è stata molto timida, imponendo solo che tra gestore della rete e gestori dei servizi dovesse esservi "separazione contabile".

I grandi moloch ferroviari dell'Europa continentale si sono articolati in vario modo, ma in nessun caso si è arrivati alla "separazione proprietaria".

Così, per esempio, chi vuole entrare a far concorrenza a Trenitalia deve chiedere le "tracce orarie" e una serie di altri servizi (oltre alla previa certificazione di sicurezza) a Rfi, società che fa parte della stessa holding di Trenitalia (cioè Fs), sottostando a regole stabilite dalla stessa Rfi, contenute in un "prospetto informativo di rete" di circa 140 pagine, con mille dettagli dove possono annidarsi sottili "comma 22" capaci di rendere la vita difficile ai concorrenti scomodi per Trenitalia.

Se chi ha fatto richiesta di tracce ritiene che il trattamento ricevuto da Rfi sia stato discriminatorio, può adire l'Ufficio di regolazione dei servizi ferroviari. Questo Ufficio è istituito al ministero delle Infrastrutture, quindi non è un organismo di regolazione indipendente dagli orientamenti politici del governo: la norma dice che «l'organismo di regolazione è il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti o sue articolazioni». Ma il ministero dei Trasporti - di cui l'Ufficio è "articolazione" - non è ovviamente indipendente dal ministero dell'Economia, azionista unico di Fs e quindi sia di Trenitalia che di Rfi. In effetti, il governo si trova a svolgere tre parti: definisce le regole del gioco, è proprietario di una squadra ed è l'arbitro della partita.

La direttiva europea Com (2010) 475 del 17 settembre ha cancellato l'opzione che l'organismo di regolazione sia il ministero competente e ha stabilito che si tratti di «un'autorità indipendente che sotto il profilo organizzativo, funzionale, gerarchico e decisionale è giuridicamente distinta e indipendente da qualsiasi altra autorità pubblica». Alcuni paesi si erano allineati alla direttiva prima ancora che venisse emanata: in Germania la regolazione del settore è attribuita all'autorità di regolazione delle reti (Bundesnetzagentur), in Svezia c'è il Banverket, nel Regno Unito l'Office of Rail regulator: tutti indipendenti dal governo.

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Tags Correlati: Antonio Catricalà | Banverket | Concorrenza | Ferrovie dello Stato | Italia | Ministero dei trasporti | Ministero delle infrastrutture | Ntv | Romano Prodi | Task Force | Trenitalia

 

I primi progetti per istituire anche in Italia un'autorità indipendente per i trasporti risalgono agli anni 90. Ma allora non se ne fece nulla, come nulla si è fatto nella scorsa legislatura, nonostante un ddl con primo firmatario l'allora presidente del Consiglio Romano Prodi. Volendo, sarebbe possibile approvare una legge istitutiva in poche settimane, riprendendo le linee già ampiamente discusse in passato.

Il presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà ha suggerito che, per fare in fretta e spendere poco, si potrebbe istituire presso la stessa Autorità una task force di 20-25 persone dedicate ai trasporti e (forse) alle poste. Si tratta di una scorciatoia ingegnosa (e credo senza precedenti in Europa) ma che rischia di creare una poco raccomandabile confusione di ruoli dell'Antitrust tra tutela della concorrenza e regolazione. E forse non verrebbe neanche rispettato il citato precetto europeo di distinzione e indipendenza "da qualsiasi altra autorità pubblica", dato che l'Antitrust è, appunto, una di queste.
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